Attualità Italiana

Lo straziante racconto di una infermiera: “Così una mamma dice addio in video chiamata ai suoi 4 figli”

Sui social la testimonianza di una infermiera: ecco come una madre dice addio ai suoi 4 figli prima di morire a causa del coronavirus

Quando ci lamentiamo per la nostra quarantena forzata, tra una serie netflix e una ciambella da infornare, dovremmo pensare più spesso a chi sta in casa, come noi, ma con un atteggiamento diverso. Atteggiamento di attesa. Ha un parente in ospedale: un figlio giovane, un padre anziano, una madre che lotta fino alla fine. Un fratello, uno zio, un cugino, una compagna, un marito. Negli ospedali si lotta per sopravvivere, in casa si lotta nella spasmodica attesa di una notizia, possibilmente buona.

Ecco a cosa dovremmo pensare. Ai medici che non vedono i loro figli da settimane, agli infermieri che non sanno più cosa inventarsi per permettere un ultimo addio tra chi sa di dover presto spegnersi, e un parente che a casa spera ancora.

Ed è per questo che oggi raccogliamo dai social la testimonianza che il sindaco di Volvera, Ivan Marusich ha postato sulla sua pagina Fb. E’ la lettera di una infermiera che racconta quello che sta succedendo in ospedale dove si combatte contro il coronavirus ogni singolo istante. E’ la testimonianza di una donna che ci racconta oggi, come una madre di 4 figli, sapendo che le resta ormai poco da vivere, dà il suo addio ai familiari.

LO STRAZIANTE RACCONTO DI UNA INFERMIERA: ECCO COME UNA MADRE DICE ADDIO A 4 FIGLI

Le parole dell’infermiera nel suo messaggio sui social:

Mentre le sistemi i cavi dei parametri vitali, lei ti prende la mano… amore, sei mamma? Si, di due ragazzi. Allora puoi capire cosa sto provando?

Posso provare, ma se vuoi, puoi descrivermelo… ti ascolto.

Ho 4 figli… sono sempre stati tanto mammoni. Un rapporto bellissimo, anche perché gli ho fatto da madre e da padre, visto che sono rimasta vedova da giovane… Non ho paura di morire, non vorrei solo soffrire. Ma un giorno, uno dei miei figli è venuto a trovarmi e non lo hanno più fatto entrare.. è stato obbligato, non una scelta. Non ho potuto vedere più i nipoti, le nuore…nessuno. Io qui, loro a casa. Non ho potuto dir loro quanto bene gli voglio…

Ma chiamali al telefono e diglielo! Si, ma non è la stessa cosa… E vabbè, però ti sentono, ti parlano…è già qualcosa, meglio di niente… Li chiamo ogni giorno,l i sento che stanno soffrendo perché non possono stare con me fino alla fine.

Entra il medico… la visita… squilla il telefono, è uno dei figli.. la paziente gli dice: c’è il medico, te lo passo. Il medico descrive al figlio la situazione. È davvero critica… Alla signora viene detto che dovrà essere intubata presto e che non ha molto da vivere. Il figlio chiede di poterla vedere per un ultimo, breve saluto. Non è possibile… il covid non decide su chi posarsi… si insinua su chiunque… Il medico esce dalla stanza… la signora piange disperata. Mentre è ancora al telefono con il figlio, il figlio piange con lei… lei ha sempre su di te quello sguardo implorante, come volesse chiederti di fare qualcosa… chiedi di passarle il telefono. La signora ha un telefono vecchio, non è anziana, ma nemmeno tecnologica… non puoi avvicinare il telefono all’orecchio, quindi non sai cosa ti risponde il figlio… ma quello sguardo ti ha trapanato… non sei soltanto un operatore, sei mamma, sei figlia…

Dici al figlio: radunatevi tutti e 4 ma proteggetevi con le mascherine. Fatelo prima che potete e poi chiamate in video chiamata questo numero… e gli dai il tuo…. vi farò vedere mamma. È poca cosa, ma almeno non sarà una cosa interrotta di netto, e la potrete vedere. Gli dici che sarai li x altre 10 ore e di richiamare più volte se non rispondo subito… Non passa neanche un’ora… la collega dice che dalla borsa sta squillando il tuo telefono… tu sei sempre vestita e sempre in quella stanza.. non sei mai uscita… le chiedi di prendere il cellulare, metterlo in un sacchettino, disinfettarlo e passartelo. Apri la video chiamata.. tutti e quattro i figli li… la paziente non se lo aspettava ed è felice come una Pasqua…..e tu con lei. Si parlano un bel po’… si raccontano, si dicono ti amo… lei desatura spesso perché si sta affaticando… ma sai il destino nefasto, non te la senti di chiedere di chiudere. Già una volta sono stati obbligati a tagliare, ora vuoi che la decisione sia la loro…

La chiamata dura circa mezz’ora… ed è come se un cerchio si fosse chiuso, quello che doveva essere è stato… lei aveva resistito solo x loro, per vederli, per salutarli. Hai il cuore in mille pezzi. Pensi a te e ai tuoi figli e comprendi tutto… ogni sua preoccupazione. Ti prende la mano, ti dice grazie, veglierò su di te, per quello che hai fatto. E fai fatica a non piangere.

La paziente si spegne. Decidi di uscire e lasciare ai colleghi il resto. E vedi che, come le procedure prevedono, la cospargono di disinfettante, la avvolgono in un lenzuolo e la portano in camera mortuaria. Sola….sola… i suoi effetti personali messi in triplice sacco nero andranno inceneriti…

È domenica mattina.. l’agenzia di pompe funebri è venuta a prendere la salma. Uno solo dei figli presente, a debita distanza. Non l’ha più vista da quella video chiamata. Dà indicazioni all’incaricato e vanno via… la sua macchina svolta a destra, la salma va a sinistra… sola.

Non ce la fai, quello è troppo!!! E se fino ad ora non avevi pianto, ora non ce la fai…

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