Attualità Italiana

Permesso premio con pranzo di Natale in famiglia: detenuto viene ucciso dal cognato

Un permesso premio per le feste di Natale si trasforma in tragedia per Giancarlo Zaccaria ucciso da suo cognato dopo una lite

Il pranzo di Natale in famiglia si rivela tragico per un uomo di 30 anni. Per lui infatti, un permesso per tornare a casa e lasciare il carcere per le feste di Natale, è fatale. Siamo in Puglia e un omicidio caratterizza il 25 dicembre 2015. Un detenuto di 30 anni, Giancarlo Zaccaria, di Ceglie Messapica, in permesso premio, è morto all’ospedale di Brindisi in seguito alle ferite da arma da fuoco riportate a causa di una lite in famiglia durante il pranzo di Natale. Il cognato Patrizio Laveneziana, 45 anni, si è costituito dai carabinieri. E’ ora accusato di omicidio preterintenzionale. Sono ancora poche le notizie relative ai fatti accaduti nel giorno di Natale ma pare che la vittima e il suo assassino abbiano litigato per questioni private. Un litigio che è poi finito nel sangue. 

La vittima, che aveva precedenti penali per spaccio di droga, è stata raggiunta da proiettili di pistola a una gamba. A causare il decesso nell’ospedale Perrino di Brindisi, dove Zaccaria era stato trasportato, sembra sia stata una emorragia. Il pm di turno alla Procura, Valeria Farina Valaori, ha disposto l’autopsia. E’ stata anche recuperata l’arma utilizzata, legalmente detenuta. Come detto in precedenza, secondo le prime indiscrezioni che arrivano dalla Puglia, la lite sarebbe iniziata per motivi personali, forse vecchi attriti tra i due cognati. E alla fine si sarebbe appunto giunti alla morte del trentenne.

Va detto che secondo le fonti locali che riprendono la notizia le cose sarebbero andate in modo diverso. Zaccaria infatti, tornato a casa in permesso premio, si sarebbe recato presso l’abitazione del cognato. La sorella lo avrebbe invitato ad andarsene perchè tra i due non correva da tempo buon sangue. Ma l’uomo avrebbe insistito per entrare in casa. Nel frattempo il Laveneziana si sarebbe minuto di un’arma per fare fuoco contro l’uomo. La lite è poi finita in tragedia con la morte del detenuto.



Seguici

Seguici su

Google News Logo


Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.