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Londra protesta, scontri e 200 arresti

La crisi e tagli non risparmiano nemmeno la vecchia Inghilterra, che scende in piazza per protestare contro le nuove direttive del governo di David Cameron. Sono stati oltre 200 gli arrestati a Londra nel corso della manifestazione che ha preso di mira un negozio di, il Frtnum and Mason, fondato nel 1707, reo di aver evaso le […]


La crisi e tagli non risparmiano nemmeno la vecchia Inghilterra, che scende in piazza per protestare contro le nuove direttive del governo di David Cameron. Sono stati oltre 200 gli arrestati a Londra nel corso della manifestazione che ha preso di mira un negozio di, il Frtnum and Mason, fondato nel 1707, reo di aver evaso le tasse e contribuito al deficit nazionale.

Ieri un gruppo di anarchici ha occupato il negozio occupandolo per alcune ore e costringendo gli altri negozi della strada a chiudere mentre uomini di Scotland Yard, in tenuta anti sommossa, erano accorsi per ristabilire l’ordine.

Una manifestazione che non accoglieva così tanto entusiasmo da anni e che soprattutto non raggiungeva numeri così elevati di partecipazione e protesta. Un quarto di milione, secondo altre stime mezzo milione di persone, studenti, sindacalisti, lavoratori di ogni categoria, pensionati venuti da ogni angolo del regno tutti radunati per ascoltare il discorso del segretario del Labour Ed Miliband, l’uomo che viene indicato come l’alternativa a Cameron e ai suoi tagli che coinvolgono in modo duro tutte le categorie del paese, ma soprattutto i proletari e gli studenti.

Intanto a poca distanza dalla massa oceanica di pacifici manifestanti, i black bloc lanciavano lampadine piene di ammoniaca contro la polizia, attirando l’attenzione delle tv, rompevano vetrine, sfregiavano con bombolette spray, colpendo i simboli della Gran Bretagna, tra cui anche due banche, il McDonalds e altre icone londinesi.

Sembra quasi che l’onda di cambiamento che sta dilagando in Medio Oriente, stia toccando lentamente l’Europa che fatica a fronteggiare la crisi e soprattutto la richiesta di occupazione oltre ai continui tagli sulla spesa pubblica e l’istruzione.

Teresa Corrado



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