Economia

Pensioni precoci quota 41: requisiti da allargare, ultime notizie sulle modifiche richieste

La pubblicazione dei decreti su pensioni precoci e quota 41 non ha risolto ancora i tanti nodi sulla riforma delle pensioni. Le ultime notizie sulla pensione anticipata non hanno portato ad un allentamento della tensione


Ormai ci siamo. Le Pensioni precoci quota 41 stanno per diventare realtà. Il Governo Gentiloni ha infatti firmato i decreti attuativi e quindi non resta che aspettare la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Non mancano però criticità e proteste. Innanzitutto ci sono i ritardi accumulati nella presentazione delle domande di accesso al sistema agevolato quota 41, ma soprattutto sono tante le proteste di coloro che si vedono esclusi da questo beneficio.

Alla data di oggi infatti i beneficiari delle Pensioni precoci quota 41 rappresentano solo una piccola parte dei lavoratori che potenzialmente potrebbero andare in pensione in quanto hanno anche ampiamente raggiunto i 41 anni di contributi versati. Vediamo quali sono i requisiti necessari per accedere alla pensione precoce, naturalmente ad oggi perché, lo ripetiamo, le ultime notizie parlano di richieste di modifica dei requisiti stessi sempre più pressanti, anche se bisogna dire che il Governo difficilmente potrà venire incontro a queste richieste a causa delle note problematiche di bilancio.

Quota 41 requisiti

Innanzitutto va precisato che possono accedere al beneficio della pensione precoce anche i lavoratori del pubblico impiego, i commercianti, gli artigiani e i coltivatori diretti. Condizione essenziale è che ci siano stati almeno 12 mesi di contributi, quindi di effettivo lavoro, prima del raggiungimento del diciannovesimo anno di età. A questo si deve aggiungere il possesso di contributi alla data del 31 dicembre 1995 e il raggiungimento di almeno 41 anni di versamenti previdenziali. Se si è in regola con questi requisiti allora si può accedere alla quota 41, ma solo se si rientra nelle seguenti categorie:

  • Disoccupati a causa di licenziamento (anche collettivo), di dimissioni per giusta causa oppure per risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Per accedere alla pensione precoce quota 41 è necessario però che la prestazione per la disoccupazione spettante sia stata conclusa da non meno di 3 mesi.
  • Soggetti che assistono il coniuge o un parente di primo grado, ma che sia convivente, con handicap (i cosiddetti caregivers). Al momento della richiesta l’assistenza deve esistere da almeno 6 mesi.
  • Soggetti con invalidità uguale o superiore al 74%, accertata dalle commissioni preposte al riconoscimento dello stato di invalidità civile.
  • Tutti i lavoratori che svolgono un’attività la cui prosecuzione risulti particolarmente impegnativa o rischiosa possono accedere alla pensione precoce quota 41. Tutto questo deve avvenire da 6 anni continuativi negli ultimi 7 anni. Si tratta dei lavoratori la cui attività è inserita in una speciale tabella di cosiddette Mansioni gravose. Tra questi lavoratori ci sono per esempio gli operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, così come i conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni, i conciatori di pelli e pellicce e i conduttori di mezzi pesanti e camion.
  • I lavoratori addetti a mansioni usuranti e quelli notturni.

Quota 41 modifiche richieste

Non sono certo poche le associazioni di lavoratori che denunciano però la presenza di paletti troppo restrittivi per l’accesso alle pensioni precoci quota 41. Ad oggi infatti possono godere di questo beneficio solo particolari categorie di lavorati svantaggiati, quelli che abbiamo visto precedentemente, che però rappresentano solo una piccola parte della platea di lavoratori che hanno raggiunto i 41 anni di contributi ma che non possono accedere alla pensione precoce. La richiesta principale è ovviamente quella di eliminare le condizioni che limitano l’accesso allo stato pensionistico solo a determinate categorie di lavoratori anche nel caso in cui siano stati versati 41 anni di contributi.

Una richiesta che molto difficilmente verrà recepita dal legislatore, soprattutto in presenza di una continua pressione delle autorità europee che perennemente chiedono allo Stato italiano manovre correttive dei conti. È vero che le ultime notizie parlano di un’economia italiana cresciuta più del previsto, ma la coperta è molto corta e difficilmente il Governo Gentiloni si impegnerà per garantire l’estensione del beneficio della pensione precoce quota 41 a tutti gli ipotetici beneficiari come richiesto da praticamente tutte le categorie di rappresentanza dei lavoratori italiani.

Quota 41 decreti attuativi

Anche se non ci sono ancora certezze precise al riguardo, le ultime notizie sui decreti attuativi del Governo Gentiloni sulle pensioni precoci quota 41 presentano un’importante novità: la possibilità, ai fini del raggiungimento della quota 41, di cumulare tutti i periodi contributivi effettivi che siano stati versati in casse previdenziali diverse. Una condizione ad oggi comune a parecchi lavoratori e che potrebbe contribuire ad un allargamento della platea dei beneficiari delle pensioni precoci quota 41. C’è però preoccupazione sulla regola che lega la possibilità di ottenere il beneficio della pensione precoce all’aspettativa di vita. A partire dal 2019 infatti i 41 anni di contributi versati potrebbero non bastare più e potrebbe essere necessario un incremento di almeno 5 mesi. Nella sostanza dalla richiesta di allargare la platea dei beneficiari alla pensione precoce si passerebbe ad una effettiva diminuzione della platea stessa.



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