Economia

Riforma pensioni ultime notizie, saltano le pensioni quota 100? Ecco le novità

La misura delle pensioni quota 100 salta perché troppo costosa? Ecco quali sono le ultime novità sulla riforma delle pensioni per il 2019

pensioni quota 100


I problemi con l’Ue riguardo le spese previste dalla manovra economica italiana hanno gettato diversi dubbi su quanto accadrà. In molti dunque si chiedono se, nell’ambito della riforma pensionistica, la misura delle pensioni quota 100 possa saltare. E’ infatti questo uno dei punti che più hanno fatto storcere il naso a Bruxelles, insieme ovviamente al reddito di cittadinanza. Il Governo M5S-Lega ha però sempre difeso a spada tratta entrambe le misure, che al momento non sembrano essere a rischio. Si riuscirà però ad evitare la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia? A giocarsela tutta è il premier Giuseppe Conte, che oggi incontra nuovamente il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker.

SALTANO LE PENSIONI QUOTA 100? COSA SUCCEDERA’ ALLA RIFORMA DEL SISTEMA PENSIONISTICO? ECCO LE NOVITA’

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte si appresta ad incontrare nuovamente il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Il premier si giocherà la carta francese, in quanto la Francia ha dichiarato un aumento del deficit oltre il 3%. Dunque l’Italia potrebbe salvarsi in questo modo dalla procedura d’infrazione. Ci sarà comunque da discutere sulla manovra e sui costi elevati da questa previsti. Le pensioni quota 100 sono a rischio?

Questa misura è stata criticata da molti, come ad esempio da Tito Boeri, presidente dell’Inps. Oltre a non essere mai stato convinto dai cambiamenti che il nuovo Governo M5S-Lega sta attuando, ha anche fatto sapere che le simulazioni effettuate non si sono mai attestate al di sotto dei soldi previsti in manovra per le pensioni quota 100. Non solo, perché addirittura si andrebbero a sforare le risorse stanziate.

Altro nodo da chiarire rimaneva quello della possibilità che la quota 100 diventasse quota 104, come ipotizzato da Alberto Brambilla. La Lega e lo stesso Salvini hanno però smentito che una tale ipotesi possa essere realizzata. Dunque, per il Governo, rimangono ben saldi i requisiti minimi per l’uscita anticipata dal lavoro grazie alla misura delle pensioni quota 100. Bisogna aver compiuto 62 anni di età e aver versato 38 anni di contributi. Inoltre si potrà andare in pensione già dal 2019 con il sistema delle finestre differenziate per settore privato (3 mesi), settore pubblico (6 mesi) e lavoratori della scuola (12 mesi). L’obiettivo è quello di poter mandare in pensione chi è stanco di lavorare, che può così recuperare quanto versato, e favorire il conseguente accesso dei più giovani nel mondo del lavoro. Questo, insieme al reddito di cittadinanza e al necessario potenziamento dei centri per l’impiego, risponde all’obiettivo di far ripartire l’economia e quindi l’Italia.



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