Economia

Riforma pensioni 2019: si riducono gli assegni? Ecco quali sono le novità

Con la riforma pensioni 2019 gli assegni potrebbero ridursi per risparmiare come chiesto dalla Commissione europea. Ecco quali sono le novità

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Gli italiani sono concentrati in questi ultimi tempi sulla riforma delle pensioni. Cosa succederà nel 2019? Si riducono gli assegni? Ecco quali sono le ultime novità che circolano al riguardo. A quanto pare potrebbe esserci la proroga del blocco dell’adeguamento degli assegni, alla luce delle lunghe trattative di negoziazione con la Commissione europea. Cosa significa? Questo adeguamento era già avvenuto ai tempi del governo Letta ma pare che questa volta sarà molto più morbido rispetto ai vecchi tempi. Scopriamo quindi cosa succederà con la riforma pensioni 2019 per quanto riguarda gli assegni pensionistici.

RIFORMA PENSIONI 2019, SI RIDUCONO GLI ASSEGNI PENSIONISTICI?

A quanto pare, con la riforma pensioni 2019, potrebbero arrivare non solo novità positive, ma anche negative. Una di queste è la riduzione degli assegni dovuta ad un adeguamento degli stessi. L’indicizzazione rimarrebbe al 100% per gli assegni fino a tre volte il minimo. Si parla di circa 1.500 euro lordi. L’indicizzazione scendere bbe invece all’85% per gli assegni di 3 e 4 volte il minimo e all’80% per quelli 4 e 5 volte il minimo. Si arriva al 60% per gli importi 5 e 6 volte il minimo, e al 50 per gli assegni che superano di 6 volte il minimo. Tutto questo in un’ottica di risparmio per portare comunque a casa le misure promesse ai cittadini italiani da questo Governo. In questo modo si recupererebbero circa 1,5 miliardi di euro da spalmare in tre anni. Gli assegni dunque andrebbero a ridursi senza essere rimodulati sulla base del caro vita.

Intanto ricordiamo che tra le misure che entreranno a far parte della riforma delle pensioni per il 2019 ci saranno sicuramente le pensioni quota 100 e l’opzione donna. Con le prime si potrà andare in pensione a 62 anni di età con 38 di contributi versati. L’opzione donna riguarda invece proprio le donne che possono andare in pensione a 58 anni con 35 di contributi, se dipendenti, e a 59 anni con 35 anni di contributi se autonome. Andando in pensione anticipata con queste formule ci saranno delle penalizzazioni? A quanto pare no. L’assegno però varierà in base agli anni di contributi versati e si andrà a perdere una parte dell’importo proprio per questo. Le finestre di uscita con le pensioni quota 100 saranno trimestrali per i dipendenti privati, semestrali per i dipendenti pubblici, annuali per i lavoratori della scuola. La prima finestra per i privati è prevista già per aprile 2019.

Intanto Di Maio rassicura sulla riforma pensioni e il reddito di cittadinanza, che rimarranno invariati ma slitteranno di qualche mese per contenere le spese.



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