Economia

Pensioni ultime notizie, dopo quota 100 si potrà lasciare il lavoro a 63 anni con il Ddl 857?

Arriva una nuova proposta per le pensioni dopo quota 100 da Cesare Damiano: cos'è il Ddl 857?

pensioni dopo quota 100

Pensioni ultime notizie, si continua a parlare del dopo quota 100 e ora spunta una nuova ipotesi: si potrà lasciare il lavoro a 63 anni con il Ddl 857? Come sappiamo la misura delle pensioni quota 100 ha carattere sperimentale e una durata triennale, e perciò la scadenza è prevista il 31 dicembre 2021. Fin qui tutto bene, se non fosse il divario eccezionale che andrebbe a crearsi tra chi raggiunge i requisiti entro il 2021 e chi invece ci arriverebbe anche nei primi mesi del 2022. Si è a lungo discusso di questo scalone e molti personaggi esperti sono intervenuti sul tema. Il punto chiave è quello di aumentare la flessibilità in uscita così da ammorbidire questo scalone. A tal proposito torna a essere citata una proposta, ovvero il Ddl 857 del 2013, che potrebbe essere una soluzione valida a tale problema. Scopriamo quindi in cosa consiste e da chi arriva la proposta.

Pensioni dopo quota 100: cos’è il Ddl 857 del 2013 e come funziona

Cesare Damiano, ex Presidente della Commissione Lavoro alla Camera e dirigente del Pd, ha tirato fori una proposta di legge di qualche anno fa. Stiamo parlando del Ddl 857 del 2013, che prevede uno schema di uscita dal lavoro più “morbido”. La proposta era arrivata proprio per rendere più flessibili i pensionamenti, per porre rimedio all’eccessiva rigidità della Legge Fornero. Ma in cosa consiste questa proposta di legge? Il contenuto è interessante e potrebbe essere una valida ipotesi per risolvere il problema delle pensioni dopo quota 100.

L’uscita dal mondo del lavoro potrebbe essere anticipata anche di quattro anni. Per ogni anno di anticipo, nel Ddl 857, si prevedeva una penalizzazione pari al 2%. In definitiva si potrebbe dunque lasciare il lavoro già a 63 anni, secondo i requisiti attuali per la pensione di vecchiaia. In questo modo si andrebbe veramente ad ammorbidire lo scalone di cinque anni successivo alla quota 100, evitando disparità evidenti. Le persone avrebbero anche la possibilità di scegliere se continuare a lavorare per ottenere l’assegno pieno oppure smettere.

Nei giorni scorsi anche il Presidente dell’Inapp, Stefano Sacchi, aveva parlato di una soluzione del tutto simile. Si era parlato di un’uscita a 64 anni di età con una penalizzazione sull’assegno. Quest’ultimo però dovrebbe essere pari almeno a 2,8 volte l’assegno sociale. La cifra da raggiungere, con qualche adeguamento, sarebbe circa di 1.280 euro.

Dunque si stanno cercando varie soluzioni per il dopo quota 100 e il Ddl 857 potrebbe rappresentare una svolta. Non ci resta che scoprire se le parole di Damiano verranno accolte.

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