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Mea Maxima Culpa: pesanti verità

Il documentario Mea Maxima Culpa e la pedofilia nel mondo della Chiesa


Parlare di questi argomenti non è mai semplice in particolare per il rispetto delle vittime, le persone che hanno subito abusi e che spesso hanno avuto diverse difficoltà prima di parlarne e denunciare i maltrattamenti. Se poi la pedofilia entra nel mondo della Chiesa, ogni giorno si scoprono diversi casi taciuti dal Vaticano, le cose si complicano ancora di più. Il documentario Mea Maxima Culpa verterà proprio su questo argomento: uno die lati più oscuri della Chiesa, quello che vede coinvolti sacerdoti o altre figure del clero. Uomini di chiesa che si macchina di uno dei peccati iscritti  nella lista dei più gravi e vergognosi. Alex Gibney è il regista di Mea Maxima Culpa pronto a rivelare delle pesanti verità che potrebbero gettare altro fango sul mondo della Chiesa.

Papa Francesco subito dopo la sua elezioni ha già allontanto dalla chiesa alcune figure su cui calavano dei sospetti e dubbi. Ma della pedofilia nel mondo della Chiesa si continuerà a parlare ancora per molto tempo e dopo questo documentario probabilmente anche di più.

Le parole del regista: “ C’è una curiosa corrispondenza tra la sordità delle vittime, il silenzio dei carnefici e quello più in alto della chiesa, quello che ritengo essere il vero silenzio di Dio”, racconta il regista: “ il fatto che il Vaticano si rifiuti di aprire i propri archivi ai livelli più alti e dare così dignità a quanti hanno sofferto in questi decenni è incredibile”.

La storia vera raccontata in Mea Maxima Culpa- Purtroppo lo scenario è davvero tragico perchè si parla di bambini, per di più affetti da un handicap. Si tratta dell’ istituto cattolico per bambini sordi di Milwaukee. Il protagonista, se così possiamo definirlo, è padre Murphy. L’uomo negli anni ‘50 violentava regolarmente quelli più fragili e i cui genitori non conoscevano il linguaggio dei segni (così che non potessero dire nulla a casa), con la tacita complicità di una comunità che non osava nemmeno pensare che un prete potesse comportarsi in maniere simili.

Il documentario sarà distribuito prima in alcune sale italiane, dovrebbe arrivare in una quindicina di città, ma poi verrà trasmesso sul canale che la Feltrinelli sta per lanciare sul digitale terrestre.



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