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Twitter e il pessimismo degli italiani

Nei primi mesi del 2013 i tweet degli italiani sono stati pieni di pessimismo e tristezza, lasciando il posto alla gioia solo in rare occasioni


Gli italiani sono un popolo di pessimisti. Questo emerge dai cinguettii degli abitanti del bel paese su Twitter, che hanno dimostrato sul celebre e diffuso social network di conservare una buona dose di tristezza da riversare sulla rete.  Blogmeter ha analizzato milioni di tweet degli italiani,  ha preso in esame più di tredici milioni di post da 140 caratteri, scritti durante i primi quattro mesi del 2013.

I risultati di queste analisi non sono incoraggianti . La tendenza principale che è emersa dai molti stati pubblicati su Twitter è quella di un popolo di pessimisti, che si è lasciato travolgere dalla crisi economica e politica del nostro paese, ampiamente sfogata su internet. Secondo le analisi di Blogmeter i momenti di maggior perssimismo sono stati registrati durante i periodi di instabilità politica: ad esempio durante le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica è emersa in modo forte la rabbia degli italiani per la rielezione di Giorgio Napolitano. Secondo i dati presentati da Vincenzo Cosenza, curatore di Blogmeter, alla prima giornata di State of the Net, conferenza sullo “stato di Internet” a Trieste, tra il pessimismo e la tristezza imperanti solo in due o tre occasioni si sono fatte largo gioia e allegria: a San Valentino, a Pasqua e immediatamente dopo l’elezione di Papa Francesco, avvenuta il 13 marzo scorso. Blogmeter ha preso in esame più di tredici milioni di post da 140 caratteri, scritti durante i primi quattro mesi del 2013. Gli oltre 28 milioni di italiani iscritti su Twitter preferiscono scrivere i loro cinguettii tra le 20:00 e le 22:00, dando vita al cosiddetto fenomeno del “second screen”: infatti gli italiani pessimisti guardano la tv con un pc accanto e diffondono sul web le loro impressioni. Non è un caso infatti che in questi primi quattro mesi del 2013 l’hashtag #sanremo2013 sia il secondo tra quelli più utilizzati. Ora è più facile comprendere questa diffusa tristezza.



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