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Wi-Fi, pericoloso per bimbi, donne incinte ed adolescenti

Il Wi-Fi potrebbe favorire l'insorgere di tumori, malformazioni ed altre gravi patologie, oltre che essere pericoloso per bambini e donne incinte

Il Wi-Fi – ormai, diffusissimo ed utilizzato in quasi tutte le case – potrebbe essere un pericolo per la salute di bambini, donne incinte ed adolescenti; a riportare la notizia è TuttaSalute.net, che spiega come le onde elettromagnetiche potrebbero essere, realmente, un grave per problema per bimbi, donne in gravidanza e ragazzi.
Già da qualche tempo, si discute la pericolosità o meno di questo importante strumento tecnologico – ormai, parte delle nostre vite – che emette delle microonde a basso livello e che potrebbe essere la causa dell’insorgere di alcune patologie, secondo quanto reso noto da certi scienziati e medici: secondo quanto scritto da John Goldsmith – professore e consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – sarebbe, infatti, quasi il 58 per cento delle donne esposte al Wi-Fi che potrebbe rischiare di abortire, durante la prima settimana di gravidanza; mentre altre accuse arrivano per quanto riguarda alcune malformazioni, che potrebbero venirsi a creare durante la gestazione.

Lo studio in questione prevedeva un’esposizione di circa 5 microwatt al quadrato – dato, però, molto inferiore a quello reale presente nei luoghi in cui si utilizza il Wi-Fi – e dimostrebbe la pericolosità per la formazione di tumori, epilessia, danni cerebrali ed anche disturbi del sistema immunitario. Secondo TuttaSalute.Net, questi dati non sono molto diffusi, ma pare che alcuni governi  si siano già mossi per trovare soluzioni che possano ridurre l’esposizione alle microonde a basso livello – anche per quanto riguarda gli smartphone – in special modo per i bambini.

Il Wi-Fi interverrebbe in maniera negativa sullo sviluppo infantile, sulla barriera ematoencefalica e su altri fattori, in quanto i più piccoli assorbono una quantità maggiore di onde. La pericolosità del Wi-Fi è stata discussa anche da Barrie Trower, presa in esame da uno studio condotto dal Comitato Nazionale Russo per la Protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti e si possono leggere informazioni al riguardo sul sito web Rense.com e sulla rivista Nexus.



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