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Lo strazio e i senti di colpa di Selvaggia Lucarelli: come è morto Godzilla

Tutto il dolore di Lorenzo Biagiarelli e Selvaggia Lucarelli per la morte del loro amato Godzilla: ecco che cosa è successo

lorenzo e godzilla

A pochi giorni dal post in cui raccontava sui social della morte del uso adorato Godzilla, Selvaggia Lucarelli ha voluto spiegare a chi la segue con affetto, e si era anche affezionato al cane, come è morto. Lo ha fatto anche per raccontare del problema di salute che Godzilla ha avuto, un problema di cui si sono accorti quando ormai era troppo tardi. Ed è per questo che la Lucarelli spiega che cosa è successo, per poter magari essere di aiuto, a qualcuno che sta affrontando o affronterà la sua stessa situazione.

Me lo avete chiesto in tanti. Come è morto Godzilla?Va bene, è venuto il momento di parlarne. Godzilla è morto in un modo che non ci aspettavamo. Perché sia chiaro, sapevamo che non sarebbe diventato un vecchietto, ma pensavamo che ce l’avrebbe portato via il cuore. E invece no, ce l’ha portato via una cosa di cui non sapevamo neppure il nome” ha scritto Selvaggia Lucarelli che insieme al suo compagno Lorenzo, cerca di superare questo momento, pieno di sensi di colpa e dolore per la morte di Godzilla.

Selvaggia Lucarelli racconta come è morto l’amato cane Godzilla

Dopo la caduta nel laghetto durante una nevicata, Godzilla riceve la sua diagnosi: ha un edema polmonare e dei problemi al cuore.

Le cose però, nonostante i farmaci, non migliora. La Lucarelli racconta: “In autunno inizia a faticare un po’ nel camminare a lungo. Le passeggiate diventano sempre più brevi. Vabbè, è il cuore, pensiamo noi. Sta invecchiando. Ha una zampa un po’ infiammata, il veterinario cerca una spina, non la trova. Dopo le feste inizia un po’ a ingrassare. Si gonfia. Del resto ha una fame insolita, mi strappa quasi il cibo dalle mani e beve anche tantissimo. Saranno i diuretici. È diventato golosissimo, pensiamo. “

E poi: “Comincia a cambiargli anche un po’ il pelo, diventa più rado e ruvido. A febbraio ha la visita di controllo nella prestigiosa clinica, fa esami del sangue, esame citologico per la zampa che è sempre infiammata, il cuore va bene, la zampa niente da segnalare. Ma allora che ha quella zampa? Da fine febbraio il tracollo è costante.

Le cose vanno sempre peggio: “Prima tocca all’occhio: prolasso della terza palpebra. Una serie di colliri costosissimi, non può essere operato, ha il cuore troppo malato per un’anestesia. Inizia a perdere pelo sul dorso, penso che sia la pettorina che struscia troppo. Cammina sempre meno. Non vuole uscire a fare la passeggiata, dobbiamo trascinarlo col guinzaglio. In compenso ha sempre più fame, quando mi distraggo ruba anche il cibo ai gatti. Riesce a bere una ciotola d’acqua in pochi secondi. Ha un episodio passeggero di sindrome vestibolare (testa inclinata, occhi che si muovono velocemente, cammina male).”

Vedendolo stare sempre più male, Selvaggia e Lorenzo portano il loro cane da una veterinaria vicino casa, anche per provare a sentire un parere diverso. La dottoressa spiega: “guardando la sua pancia gonfia, il pelo rado e non so che, dice: “secondo me ha il cushing”. Cosa diavolo è il cushing? Siamo ai primi di maggio. La zampa si piega sempre di più, sembra spezzata. Un’altra clinica, quella in cui morirà, ci dice che ha una sublussazione.

Tornati a casa, Selvaggia e Lorenzo cercano di capire che cosa è il cushing.

E racconta: “Scopriamo che è un problema all’ipofisi, produce un eccesso di cortisolo. Sintomi: fame e sete eccessivi. Perdita di pelo specie sul dorso. Pancia “a botte”. Debolezza muscolare. Cecità. Affanno. Riluttanza all’esercizio fisico. Infiammazioni. Insomma, si trascinava una grave malattia da mesi e non lo sapevamo. Pensavamo al cuore. Nessuno gliel’ha mai diagnosticata. Abbiamo speso migliaia di euro tra cure e veterinari e nessuno ha capito, se non quando era tardi, se non una veterinaria da cui non eravamo mai andati perché pensavamo non fosse abbastanza brava, chissà.

E poi la parte più dolorosa del racconto. Hanno capito che se anche la diagnosi fosse stata corretta, non ci sarebbe stato nulla da fare, ormai era tardi.

Lorenzo e Selvaggia quindi decidono di portare Godzilla in clinica, per dirgli addio: “Non ha neppure chiuso gli occhi, erano troppo gonfi e malandati. È morto con gli occhi aperti. L’ho tenuto stretto. Io e Lorenzo ci siamo abbracciati. Lo abbiamo abbracciato. Abbiamo pianto, piangiamo ancora.

Il dolore non si ferma: “Le mie giornate erano scandite da Godzilla”, dice Lorenzo. È stato il suo primo cane. Io lo avevo regalato a Leon dopo in estate in cui lo avevo trascurato e volevo farmi perdonare. Poteva avere un po’ di tempo in più, è andata così.

E poi: “Non sono neppure arrabbiata. Sono solo triste. E mi sento in colpa perché non mi perdono di non essere stata capace di unire i puntini.Godzilla è arrivato nella mia vita per un senso di colpa e se ne è andato con un senso di colpa. Ho scritto tutto questo perché il cushing è insidioso e può essere confuso con i sintomi della vecchiaia, magari voi unite i puntini e regalate altro tempo al vostro cane. Scusa Godzilla.

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