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L’addio di Selvaggia Lucarelli al suo Godzilla, il dolore per la morte del suo cane

Il dolore di Selvaggia Lucarelli per la morte del suo cane, quel 'ti amo" che si dice a pochi nella vita

Selvaggia Lucarelli morto cane

E’ doloroso l’addio di Selvaggia Lucarelli al suo cane, come di tutti quelli che hanno amato un figlio a 4 zampe, come lo chiama Carolyn Smith mentre scrive il suo dispiacere per la morte di Godzilla. Un cagnolino così piccolo e un nome da gigante ma Selvaggia racconta che quel nome dato per scherzo l’ha meritato tutto. Nel suo post appena pubblicato Selvaggia Lucarelli racchiude i ricordi che resteranno per sempre nella sua casa, nella sua vita, in quella di suo figlio Leon e di Lorenzo. Abbiamo visto Godzilla in giro nei loro viaggi, amato come tutti gli animali meriterebbero. Con una vita per niente facile ma la sua famiglia ha fatto di tutto perché soffrisse il meno possibile. La simpatica foto con un giochino stretto in bocca, il racconto di quanto il suo cane fosse goloso e poi una serie di scatti con lui in famiglia. Solo chi ha la fortuna di avere un cane comprende il dolore di Selvaggia Lucarelli e sono in tanti a commentare, a regalare un abbraccio, a temere che un giorno arriverà lo stesso dolore.

Il dolore di Selvaggia Lucarelli per la morte del suo cane

“Sarai in ogni paperella, pan di stelle, pizza margherita che vedrò e per cui andavi pazzo. Sarai nelle cose che ti piacevano e nelle cose che hai rincorso, nei piccioni, negli uccellini, nelle libellule dell’ultima estate insieme” è dolcissimo il ricordo.

Da un po’ con Godzilla in casa c’erano anche due gatti: “Sarai nei gatti di casa che ti hanno conosciuto per poco e che guardavi come si guardano i bambini scalmanati, con il muso da anziano paziente e in fondo un po’ divertito. Ti abbiamo chiamato Godzilla per scherzo e invece, alla fine, sei stato degno del tuo nome fino all’ultimo – e aggiunge – Sei stato l’eroe del mio bambino, il suo amico dell’adolescenza, la creatura preferita di Lorenzo. Sei stato nei miei libri, nelle gite in montagna, sotto le scrivanie degli hotel e le sedie al ristorante. Meritavi una vita più lunga, meritavi una vita più facile, ma ti giuro piccoletto, ci siamo impegnati perché potesse essere davvero vita fino all’ultimo. Sarai sempre il nostro cane, non ti dimenticheremo mai. E vedi se finalmente ti riesce di catturare una libellula, sarebbe anche ora. Ti amo”.

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