Fedez mostra sui social una anticipazione del suo libro: parole fortissime
Fedez sta scrivendo un libro sulla sua vita e dai social spoilera alcune pagine
Nelle ultime ore Fedez ha condiviso con i suoi follower alcuni estratti del libro che sta scrivendo. Da mesi circola la voce di questo nuovo impegno e di recente lo stesso rapper ha confermato di essere a lavoro per raccontare la sua storia nero su bianco. E da quello che Fedez ha mostrato su instagram, ben si capisce che si tratterà di un racconto molto forte. Già il testo di Battito, la canzone portata a Sanremo, aveva raccontato una parte complicata della vita dell’ex marito di Chiara Ferragni. Un libro sicuramente, scaverà maggiormente nel profondo.
“Uno scontro tra due parti di sé stessi, che non prevede che entrambe sopravvivano. Il corpo resterà in vita dopo l’amputazione? Ero su quel palco, incapace di gestire il caos, ma anche in mille altri posti. In tutte le case dell’ultimo anno, su tutti i letti d’ospedale, sui divani dei litigi, nei locali dove mi sono rifugiato e ho fatto casini. Davanti alle facce che ho lasciato si coprissero di lacrime, le facce di chi, sfinito, sfinita, mi ha detto basta” ha scritto Fedez nelle pagine di quello che sarà un libro sicuramente molto apprezzato da chi vuole conoscere la sua vera storia.
Fedez mostra sui social alcuni estratti del suo libro
Alcuni estratti del libro ricordano quello che Fedez ha cantato nel brano scelto per il suo Sanremo: “Ho tenuto gli occhi chiusi per non essere travolto, per arrivare alla fine della sola canzone che avrei potuto cantare in questo momento: tornare su quel palco, dove è iniziata la fine di tutto. Dove ho esagerato, mi è stato detto, urlato. Dove non ho avuto rispetto. Tornarci con un pezzo che è stato il mio modo di vedere davvero quello che ci è successo, quello che ho fatto. Poi ho aperto gli occhi, le pupille nere, ultradilatate. Petrolio, buco nero, “il paziente non è cosciente”.“
E infatti ha poi scritto : “Come con le sostanze, come coi farmaci che avrebbero dovuto salvarmi e non l’hanno fatto. Questa che leggerete è la storia di uno che non ce l’ha fatta. Le persone credono che io decida, pianifichi, organizzi: io sono il manipolatore, lo stratega, io sono la falena. Ma la verità è che, dall’inizio, c’è una parte di me che non ha deciso quasi niente. Sin dal principio è stata una corsa, una fuga. Assecondare tutti gli impulsi, specie quelli sbagliati. Come l’attacco della base di Battito. Avevo vent’anni: era esattamente già così. Non voler più prenderle, non voler accontentarsi solo della seconda scelta, umanità di serie C.
Nel suo libro Fedez racconta: “La fama è simile a un girone infernale: c’è tanta luce ed è un massacro che tutti amano spiare. Ambizione? Narcisismo? Io so solo che ho quasi smesso di vivere: io non so quanto mi resta da vivere. Quando sto da solo, i demoni arrivano. Proprio i demoni, senza volto o con il mio: con gli occhi neri, come i miei a Sanremo. Dita lunghe e sguardi vuoti. E quindi esco. Parlo con gente. Gente che conosco da sempre o che ho appena conosciuto, non importa. Tutti loro hanno lo stesso problema. Le persone che frequento soffrono della stessa patologia”.
Fedez, quando ha pensato di dire basta.
“Del suicidi0. Non è il salto. Non è il colpo. Non è l’atto in sé. È tutto quello che succede prima. È la gestazione. Figlia di un lungo periodo di progettazione di tale atto. Un feto che cresce nel buio del cranio, che ti sussurra piano, ogni giorno, “basta”. Io ci sono arrivato dopo aver mollato gli psicofarmaci di botto come si butta via un pacchetto di sigarette vuoto. Uno dice: “sono solo pillole.” Ma quelle bastarde erano diventate la mia pelle, la mia lingua, il mio pensiero. E quando le ho mollate il cervello ha cominciato a urlare. Come quando ti disintossichi dall’eroina” ha scritto in un capitolo che sarà sicuramente crudo e duro da leggere.
E poi: “Dieci giorni. Crampi. Le gambe come blocchi di carne molle. I sogni si mangiavano la realtà, mi svegliavo e non capivo se ero sveglio o solo in un altro livello di inferno. Un tunnel. Ma mica con la luce in fondo. Solo cemento e buio e i miei occhi. Il dopo è stato peggio. Perché il corpo ha smesso di tremare, la testa era una stanza chiusa a chiave. Il mio cervello gridava per avere la sua dose e non c’era nessuno”. Non deve essere facile raccontare e raccontarsi, c’è quindi grande attesa per il libro di Fedez e per la sua storia.