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Sara Tommasi racconta la sua verità in un libro

Ora basta parlo io è il titolo del libro di Sara Tommasi: la soubrette racconta l'ultimo periodo della sua vita con imbarazzanti rivelazioni


Sara Tommasi è stufa dei racconti che gli altri fanno di lei e allora dopo le due interviste in tv in cui ha raccontato quello che ha vissuto nell’ultimo anno presenta a Roma il suo libro per raccontare a tutti la sua verità. Siamo curiosi di vedere a quanta gente interessi la verità della Tommasi anche se la soubrette milanese è stata davvero una delle protagonsite dell’ultimo anno. Proprio ieri è stata pubblicata la lista delle tendenze di ricerca su Google e Sara Tommasi è al secondo posto tra i vip dopo Lucio Dalla quindi forse agli italiani le sue gesta interessano. Ma torniamo a parlare del libro della Tommasi: Ora basta, parlo io. E’ questo il titolo del suo primo sforzo letterario.

Sara vuole parlere e non tacere e pare che nel suo libro si parli di altri personaggi del mondo del jet set importanti. Ci saranno rivelazioni scottanti? La Tommasi vuole provare a sbancare con una sorta di Cinquanta sfumature di Grigio all’italiana? Missione alquanto ardua perchè grazie al caso Ruby abbiano conosciuto già anche i più intimi dettagli del mondo della politica. Anche questa volta Sara è stata accompagnata dalla mamma Cinzia e da don Michele Baroni. Nessuna grossa indiscrezione sul libro che va comprato per scoprire di cos si tratti ma possiamo dirvi che si potrebbe parlare  di Simona Ventura, Fabrizio Corona e Silvio Berlusconi. La Tommasi racconta gli ultimi anni burrascosi della sua vita: da naufraga dell’Isola dei famosi ad attrice nel modo hard.

Ora basta parlo io vi aspetta…se siete curiosi di leggerlo…

(fonte foto Olycom)



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1 response to “Sara Tommasi racconta la sua verità in un libro

  1. per una prestazione sessuale e un po’ di droga).
    Insomma, premesso, per farla breve, che diceva Sainte-Beuve: “Non tutti i delinquenti sono moralisti, ma non ho mai conosciuto un moralista che non fosse un delinquente”, io vi prego, signori responsabili della MEDIASET, di interrompere questa trasmissione che dell’odierno, abominevole moralismo è divenuta il tempio, perché proprio lì è facile si annidino le espressioni più emblematiche di quello che questa la nostra società è divenuta.
    Quanto alle signore alla Nobile, conosco bene Sara e quanto basta Nobile, e il mio giudizio – il giudizio di un uomo la cui vita è pur sempre stata, benché di certo vanamente, un’eterna lotta per capire – è che Sara non so ancora se riuscirà a salvarsi, perché quello che le hanno fatto l’ha resa più fragile di quanto già non fosse, ma è una bravissima ragazza. Delle signore alla Nobile invece, mi spiace, ma non mi sentirei di dirlo.
    Quanto invece ai motivi per i quali la difendo, non è in virtù dei nostri rapporti personali, ma perché, con una determinazione che sarebbe tanto più grave quanto più fosse inconscia, l’hanno, l’avete, attaccata, ognuno a suo modo, nella stessa logica in cui hanno, avete, attaccato anche Arcuri, Ruby, Mora, Rossy de Palma e Sgarbi: per distruggerli o sminuirli allo scopo di tentare stupidamente di arginare le mie tesi.
    Perché, a prescindere ora dal fatto che la pervicacia di un De Vincenzo è frutto del fatto che si sente coperto da persone e da entità della cui copertura oltretutto si vanta apertamente, uno stadio più profondo della verità è che, da voi a Monti al Bilderberg alla masnada di cani che in internet vogliono per forza dire la loro pur non avendo mai avuto niente da dire, siete solo ormai disperate espressioni della pseudo cultura sessual-consumista-feticista: quella nel cui petto sta ormai affondando la lancia delle mie tesi. E i vostri gesti non sono altro che gli ultimi sobbalzi dell’agonia di una ‘morte’ – che in realtà vi accorgerete poi essere salvifica – per mano del nuovo umanesimo di cui ai mie libri.
    Di tal che, qualunque altra cosa dovesse eventualmente disporre la giustizia – perché i reati, quando vi siano, sono reati – da un punto di vista invece morale vi condanno ad essere restituiti allo status di cittadini privati, perché quello di cittadini pubblici lo avete esercitato indegnamente.
    14.1.2013
    Alfonso Luigi Marra

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