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Kasia Smutniak per guarire dalla vitiligine ha provato le cose più assurde (Foto)

A Vanity Fair Kasia Smutniak ha confidato tutti i modi che ha utilizzato per curare la vitiligine (foto)

Sette anni fa Kasia Smutniak si è ammalata, ha iniziato ad avere sul suo corpo la vitiligine, sulle mani, sulle braccia (foto). A Vanity Fair l’attrice spiega che non l’aveva presa bene, che si truccava le mani per nasconderla anche solo per andare ad accompagnare suo figlio all’asilo. Adesso ha imparato ad accettare anche questo, ad accettarsi. Già questa estate aveva pubblicato alcune sue foto in cui mostrava gli evidenti segni della malattia della pelle, anche la vitiligine l’ha condotta a un percorso che è stato lungo e per niente semplice. Oggi condivide con grande serenità ciò che è lei, che stia bene o meno agli altri non è più un suo problema. La splendida Kasia Smutniak non nasconde che per curare la vitiligine ha fatto davvero di tutto, le cose più assurde, dando ascolto anche a dei santoni. 

KASIA SMUTNIAK HA CAPITO CHE DOVEVA DIRE BASTA QUANDO LE HANNO BRUCIATO DELLE CONCHIGLIE IN FACCIA

Alla rivista Vanity Fair ha raccontato che prima è andata dai medici ma non avendo risolto il problema si è rivolta anche a vari santoni. (Le foto del matrimonio di Kasia Smutniak)

Da quello che aveva più vitiligine di me, a quello che, invece di chiedermi come stavo, mi ha messo in mano il dvd di ‘Perfetti Sconosciuti’ da autografare. Quando mi hanno bruciato delle conchiglie in faccia e poi mi hanno fatto sotterrare del pelo di pecora nel giardino di casa, mi sono detta: adesso basta”.

Addirittura un santone nepalese le ha anche detto che lei era un serpente e che stava cambiando pelle. Adesso la sua battaglia è un’altra, quella di non volere più il fotoritocco, di volere apparire anche sulle copertine esattamene com’è, senza modificare le foto. Non tutti sono d’accordo, non tutti vogliono pubblicare le sue foto con la vitiligine e lei si chiede se il problema sia suo o degli altri che non vogliono mostrare la verità. Non c’è dubbio che il problema sia degli altri. 

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