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Elisa di Francisca: “Io vittima di un amore violento, ne sono uscita”

In una lunga intervista al Corriere della sera, Elisa di Francisca racconta di esser stata vittima di un amore violento e abusivo dal quale è riuscita a uscire

elisa di francisca fioretto

La campionessa Elisa di Francisca dice basta . Per lei è arrivato il momento di appendere, il fioretto al chiodo, almeno simbolicamente e di pensare a un futuro non in pedana, anche se in questo mondo che ama moltissimo e che le ha dato moltissimo. In una intervista al Corriere della sera, la campionessa olimpica, ha parlato  non solo dei suoi 40 anni, e della scelta di ritirarsi dalla schema, ma anche di un periodo molto delicato e difficile che ha dovuto affrontare, quando aveva solo 18 anni. Purtroppo come succede a tante donne, anche lei era stata risucchiata nel tunnel di un amore tossico. E’ stata vittima di un amore violento e oggi, con la consapevolezza dei suoi 40 anni, spiega che cosa successe e anche come fu in grado di uscirne.

Elisa di Francisca vittima di un amore violento

Imparando ad amarmi” così Elisa Di Francisca è uscita da quella storia, e lo racconta nella sua intervista al Corriere della sera.  “Trascinata da cattive amicizie, sarei potuta andare verso l’oblio, la crisi, l’autodistruzione” ha spiegato la campionessa ma per fortuna, ha saputo salvarsi.

Insulti, bestemmie, minacce e, alla fine, uno schiaffone che mi ha aiutato a svegliarmi. La società, il sentire comune, i film, la leggenda dell’amore romantico, persino le pubblicità congiurano contro noi donne. E se non hai gli strumenti, o se non ci sbatti il muso come è capitato a me, non lo capisci” ha detto Elisa di Francisca. E ancora: “L’amore, quello vero, andrebbe introdotto alle elementari, come materia della scuola dell’obbligo. Ogni volta che sento parlare di femminicidi, donne picchiate o uccise, ho una reazione. D’istinto. Il problema è nostro, di noi donne. Cosa ci manca? Nulla.

Ha spiegato: “Una donna può essere manager, astronauta, scienziata, sindaco, amministratore delegato, capo di Stato, pugile, soldato. Il guaio è che non tutte conoscono il proprio valore.”

La Di Francisca ha poi aggiunto: “La parola femminicidio andrebbe rigirata al maschile, perché la violenza sulle donne è principalmente un problema degli uomini. E delle donne che glielo permettono. C’è sempre un’alternativa, un altro modo di vedere, e fare, le cose. Ecco perché, più che dei risultati ottenuti in carriera, sono fiera del mio cambiamento. Prendersi la responsabilità delle proprie decisioni, anche quelle brutte e storte, non è facile. Ma a un certo punto della vita, va fatto.”

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