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Le lacrime di Paolo Del Debbio raccontando di suo padre: “Tornò che pesava 40 chili”

A Domenica In Paolo Del Debbio ricorda le parole di suo padre, il ritorno a casa dopo due lunghi anni in un campo di concentramento

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Per la prima volta Mara Venier ospita Paolo Del Debbio a Domenica In. Un’intervista piena di ricordi indelebili ma il momento più duro è il ricordo del padre. E’ da un campo di concentramento che inizia il racconto di Paolo Del Debbio: due lunghi anni di atroce prigionia vissuti dal padre. Non credeva sarebbe tornato a casa, invece tornò che pesava solo 40 chili, era sicuro che l’avrebbero ucciso, certo che sarebbe entrato anche lui nelle maledette camere a gas. La mamma non ha mai smesso di aspettarlo, era il suo unico amore. Nessuna notizia per due anni e Paolo Del Debbio si commuove nel pensare all’incontro dei suoi genitori, al momento del ritorno di suo padre, alle persone che era arrivate tutte andandogli incontro mentre nel paese si spargeva la voce. Quando arrivò sua madre tutti andarono via per lasciarli soli. Un gesto di tutti che lo commuove sempre, ancora oggi.

Paolo Del Debbio: “Io sono figlio di un deportato”

Mara Venier si fa forza per proseguire l’intervista, per sostenere il suo ospite. “Non abbiamo mai perso la dignità” è questo che suo padre gli ha sempre detto quando gli raccontava dei due anni nel campo di concentramento. “La mattina si alzavano alle 6, con un freddo bestia ma quegli aguzzini non attivavano mai la stufa pur avendo tanta legna. Andavano al lavandino e rompevano il ghiaccio tutte le mattine, si lavavano e si facevano la barba. Volevano dimostrare che avevano sempre la schiena dritta. Era un campo di smistamento, tutti gli ebrei presenti andavano a finire nel campo di sterminio”, sapevano che sarebbero morti prima o poi. Suo padre ed altri come lui si facevano forza, altri si lasciavano andare, impazzivano.

Qualcuno in passato ha puntato il dito contro Paolo Del Debbio accusandolo di fomentare il fascismo. E’ la cosa che più di tutte gli fa girare le scatole. Nel suo programma su Rete 4 volle chiarire e continua a farlo raccontando: “Io sono figlio di un deportato”.

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