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Caterina Balivo a Sal Da Vinci: “Questo è sfruttamento minorile” ma lui spiega tutta la passione che ha sempre avuto

Caterina Balivo ascolta Sal Da Vinci e poi esplode, non crede alle sue orecchie

balivo sal da vinci

Sal Da Vinci ospite oggi a La volta buona ha fatto scaldare un po’ Caterina Balivo quando lui raccontava delle ore che lavorava quando era un ragazzino, un bambino. Ha iniziato da piccolo a recitare e cantare, a suonare la batteria. Sal Da Vinci lo racconta mettendoci tutta la passione ma la Balivo lo blocca.

L’artista partenopeo svela come ha iniziato ad avvicinarsi agli strumenti musicali, grazie a Pino Daniele che adorava. Confessa che tutto il tempo possibile lo passava a suonare ma le ore erano poche perché Sal Da Vinci aveva tanto da fare dopo scuola, dove lavorare, cantava, faceva teatro, il varietà.

sal da vinci figlia
Sal Da Vinci al matrimonio della figlia

Sfruttamento minorile

Caterina Balivo resta senza parole, Sal Da Vinci era un ragazzino, lei lo ascolta a bocca aperta dallo stupire.

Io suonavo ore e invece di giocare come tutti gli altri bambini io passavo ore, quelle poche ore che avevo a disposizione, perché il teatro mi prendeva tutto l’anno e poi arrivavano i matrimoni, i battesimi, le comunioni e le feste

Sal lavorava sempre e Caterina Balivo lo ferma, gli chiede conferma; lui non andava in vacanza, non era con gli amici, non andava alle festine né a giocare a pallone in messo alla strada. Lui esagera, continua e svela che suo padre si arrabbiava se lo vedeva giocare a pallone, perché se si faceva male poi non potevano più lavorare, non si portavano più soldi a casa. Una verità che fa sobbalzare la conduttrice che seria afferma: “Ma questo è sfruttamento minorile” e lo dice senza sorriso.

L’ospite capisce e spiega subito che la sua era una passione, che non c’era nessuno sfruttamento, perché a lui piaceva stare sempre a teatro, cantare.

Il periodo dei sequestri

>>> Sal Da Vinci commosso dall’amore per la famiglia

Anni fa in Italia c’era il terrore dei sequestri e Sal Da Vinci ha vissuto anche questo:

Io ho vissuto anche un momento particolare nel periodo dei sequestri, io andavo a scuola accompagnato da due persone e venivo prelevato da due persone per portarmi in teatro per cui la mia vita era che entravo alle 10 del mattino a scuola e alle 13 e un quarto mi venivano a prendere  e andavo in teatro direttamente, facevo tre spettacoli e tre varietà ma era la passione che mi ha portato a fare tutto questo perché più andavo avanti e più sentivo l’esigenza, cioè se io devo dire qual è la mia casa dopo la casa dove vivo per me è il teatro.

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