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Paolo Ruffini a Verissimo: “Il giorno in cui mio padre se n’è andato è stata una notte bellissima”

Paolo Ruffini a Verissimo il 6 dicembre 2025 con tutte le emozioni della sua vita, della notte in cui è morto il padre

paolo Ruffini padre

Paolo Ruffini dal padre ha ricevuto una educazione molto rigida perché lui lavorava in Marina: “Poi quando sono nato io è andato in pensione della Marina e ha trovato un lavoro civile però…”. Paolo Ruffini a Verissimo racconta un po’ della sua sofferenza per la morte del padre ma anche ciò che pensa, ciò che crede si accaduto in quel momento.

“Io sono il terzo dei fratelli e quindi all’inizio mi ci sono scontrato più di tutti con mio padre poi dopo siamo diventati molto uniti” e Paolo Ruffini ha già le lacrime agli occhi parlando del papà, della sua famiglia, dei “ti amo” che dice alla mamma >>>Paolo Ruffini a E’ sempre mezzogiorno: “Il mondo ha perso se un bambino può chiedere all’intelligenza artificiale di Babbo Natale”

Paolo Ruffini a Verissimo oggi 6 dicembre 2025 

“Nell’ultimo periodo – racconta Paolo Ruffini –  ci siamo addolciti molto, poi ho avuto una grande fortuna, perché penso sia una grande fortuna nella vita. Io sono stato con lui fino all’ultimo momento, papà mi ha aspettato e se ne è andato la notte e io ero lì accanto a lui ed è strano da dire che il giorno in cui mi sono sentito più vicino a mio padre è il giorno in cui se n’è andato, però è stata una notte bellissima”.

Una notte di preghiere, di gratitudine, di ringraziamenti: “Ed è stato molto bello, penso all’ultima parola che mi ha detto, è malachite, che è una pietra che io mi porto sempre dietro e che l’aveva sul comodino, io me la porto sempre, io sono appassionato di minerali, di pietre e questa è l’ultima parola che ha detto e io mi porto sempre dietro questa. E’ come se lui fosse entrato un po’ in me”.

E questa cosa l’hanno detta in molti a Paolo: “le persone che mi conoscono bene e hanno detto dicono che da quando lui se ne è andato io gli somiglio di più”. Gli stessi occhi ma non solo.
Poi c’è la sua mamma, che lui coccola, che da quando il padre non c’è più chiama tutte le sere e le dice non più “ti voglio bene” ma “ti amo”. 

“Secondo me arriva un momento sai quando siamo piccoli e siamo abituati a pensare che i nostri genitori possano essere degli eroi infallibili quando poi realizziamo il fatto che invece anche loro, giustamente, possono fallire, possono sbagliare, magari possono anche non darci l’amore incondizionato di cui noi abbiamo bisogno, quella delusione lì a volte ti pesa no e allora poi col tempo io penso che si arriva a fare un’operazione molto bella, che è perdonarci e perdonare e la mia mamma io insomma riesco a perdonarla continuamente e ad amarla con la sua imperfezione, a essere grato per  le cose che mi ha dato con quello che poteva dare lei”.

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