LifeStyle

Buoni sconto in cambio di rifiuti: la rivoluzione dell’eco-compattatore

Arriva l'eco-compattatore "Garby" che in cambio di rifiuti da riciclo, eroga buoni sconto per i cittadini. Una rivoluzione che ci avvicina, dopo anni, ai metodi adoperati in Germania e Norvegia


Anche se sono ancora pochi coloro che conoscono questa intelligente possibilità, Garby (questo il nome in codice dell’eco-compattatore) sta diventando un opportunità concreta per migliorare la situazione del nostro ambiente e se vogliamo, della nostra vita.

Ogni volta che i cittadini consegnano a Garby rifiuti da riciclare, l’eco-compattatore eroga buoni sconto da spendere in negozi, ristoranti, bar, pub e persino per trattamenti estetici. Garby, ceduto in comodato d’uso ad enti privati e pubblici prevede riduzioni anche sulla Tares.

Quello promosso da 40 comuni italiani, 50 scuole e 160 supermercati italiani è un vero e proprio progetto di riciclo a chilometro zero. I Garby sono raccoglitori di plastica e alluminio che, come detto, rilasciano ai cittadini buoni sconto da spendere negli esercizi locali. In cambio di 50 bottiglie, per esempio, viene emesso uno sconto di due euro su una spesa da 20.

Il ciclo del rifiuto – Il volume del rifiuto è ridotto di venti volte e consegnato direttamente alle aziende di riciclaggio senza passare dalla discarica, per essere separato e compresso, né dai siti di stoccaggio. Con questo metodo, chiaramente, nessuno di questi rifiuti finirà in un inceneritore. L’eco-compattatore, oltre a limitare notevolmente l’impatto ambientale, garantisce un risparmio economico, soprattutto nel lungo periodo. Chiara Daina de Il Fatto ci spiega come: “In 12 mesi ha contratto del dieci per cento il consumo di carburante per il trasporto dei rifiuti e aumentato del 4,5 per cento la quantità di plastica raccolta, sottraendola dalla immondizia indifferenziata, che rappresenta un costo non indifferente per le amministrazioni cittadine (in media 150 euro a tonnellata)”.

Garby – L’eco-compattatore contiene fino a mille bottiglie di plastica al giorno, pari a 500 litri di capienza. Ha tre bocche: una per la plastica Pet trasparente o azzurrina (bottiglie di acqua), una per quella colorata e un’altra a scelta per l’Hdpe (Polietilene ad alta densità), cioè i flaconi (di shampoo, detersivi, creme), o le lattine di alluminio. L’impianto di Garby è automatico e viene svuotato al massimo tre volte al giorno. “In un mese – spiega ancora la Daina – risucchia dagli 800 chili a una tonnellata di materiale riciclabile”.

Il business – Garby, come detto, è ceduto in comodato d’uso a Comuni, scuole ed enti privati. Un operatore concessionario si occupa della manutenzione percependo l’80% delle vendite dei rifiuti. Il resto va alla ditta produttrice dell’eco-compattatore. Le attività coinvolte dagli eco-bonus devono inoltre pagare dai 30 ai 50 euro al concessionario per la pubblicità affissa sull’impianto, stampata sullo scontrino e inserita sul portale web.

Capitolo Tares – Solo il 5% dei Comuni dotati di eco-compattatore prevede, per ora, uno sconto sulla Tares per i cittadini più attenti. “Una miopia e un problema che deve essere superato – afferma Luca Beghetto, responsabile del progetto Garby -, alla fine del 2014 le isole ecologiche saranno 600. Non c’è un target dell’utente – sottolinea Beghetto – tutti oggi si vogliono mettere in riga. L’obiettivo dell’Italia dovrebbe essere il vuoto a rendere, come accade in Germania e in Norvegia (da anni ndr.): su ogni bibita c’è una cauzione di 20 centesimi, che il cittadino recupera se rende la bottiglia al supermercato”.

Il problema, forse, è che alla politica italiana non è mai fregato niente dell’ambiente.



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