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Il Grande Gatsby saprà sorprendere anche i più critici?

Manca ormai pochissimo al debutto cinematografico in tutto il mondo de Il Grande Gatsby, i più fortunati lo hanno già visto.La pellicola saprà sorprendere anche i più scettici?


Lei eterea e fragile, dallo sguardo inquieto e pieno di tenerezza, lui fascinoso ed incontenibile, rigidamente ancorato all’idea di un cinema “serio” nella wonderland hollywodiana, qualcuno prima o poi doveva far incontrare gli straordinari talenti attoriali di Carey Mulligan e Leonardo di Caprio sul grande schermo. L’ha fatto Baz Luhrmann, l’estroso regista di Romeo e Giulietta e Moulin Rouge, propri lui, l’australiano folle che ci ha abituati alle più esagerate acrobazie visive dietro la macchina da presa, stavolta ha osato dove altri avrebbero senza remore “desistito”, come avrebbe detto il grande Totò. Eh sì perchè il film in questione è nientemeno che Il Grande Gatsby, probabilmente una delle pellicole dalla parabola cinematografica più tormentata, almeno fino alla trasposizione di Jack Clayton del 1974, con un Robert Redford semplicemente diamantino, rimasto incastonato negli annali e manuali di cinema. Eppure un testo come quello di Scott Fitzgerald sembra quasi richiamare alla sfida il proprio remake, forse perchè un romanzo come il Grande Gatsby che ha segnato la storia della letteratura non solo americana, in un certo senso ha bisogno di tanto in tanto di riaffermarsi, mischiarsi nelle nuove generazioni artistiche, gridando di nuovo nella folla di idee non sempre brillanti la sua presenza. L’hanno fatto un po’ tutti i più grandi capolavori, eppure la notizia di questa nuova trasposizione ha da subito generato uno tsunami di reazioni spesso sdegnose, specie nei confronti dei puristi del grande romanziere, figura mitica e maltrattata dal cinema, che forse ora ne cerca in un certo senso la redenzione. Perchè un altro Gatsby dopo Redford? Dopo lo stesso Scott Fitzgerald? Lui che semplicemente con la sua penna aveva reso meglio di chiunque altro la figura di questo oscuro magnate che azzanna la ricchezza pur di riconquistare la donna amata, ahinoi dell’irraggiungibile upperclass, come Heathcliff, Montecristo e i migliori character alla conquista del riscatto sociale. Perchè questo azzardo? Ci si domanda da mesi sulla rete in attesa della favoleggiata anteprima, laddove il trailer sembra già scontentare lo zoccolo duro dei lettori più appassionati. Per lo stesso motivo probabilmente per cui uno come Di Caprio ha accettato questo bizzarro, coloratissimo e opulento compromesso fra commedia romantica e romanzo contemporaneo, lui che da bello e dannato ha sempre seccamente rifiutato particine da blockbuster rosa: Gatsby. Un personnaggio semplicemente immortale, che chiede e forse ci chiederà ancora di essere raccontato, stavolta fra effetti speciali proabilmente eccessivi, fotografia e montaggio circensi, ma dove brilleranno e nemmeno poco Di Caprio e La Mulligan, quest’ultima probabilmente la Daisy più azzeccata in assoluto, già venere dark in Shame, dove ha saputo stregarci sulle note di una toccantissima New York New York. Riuscirà l’estroso Buz a conquistarsi gli ostili con la sola bravura dei suoi interpreti? Agli spettaori l’ardua sentenza…

Fabiana Dantinelli



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