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Bollywood sbarca a Cannes

In attesa il 26 Maggio della lista dei palmarès della quarantatreesima edizione del Festival di Cannes, una delle più "glamour" di tutti i tempi, il red carpet accoglie il centenario del cinema indiano


In occasione dei cento anni dalla nascita del cinema indiano, la più ricca e produttiva industria cinematografica mondiale (1500 film l’anno), la passerella di Cannes accoglierà una folta delegazione da Bollywood per annunciare la presenza dell’India al festival come “guest country” per l’anno 2013. La partnership fra Cannes e l’International Film Festival of India (IFFI) recentemente conclusosi a Goa, nel Panaji, una delle più popolose regioni indane, avrà lo scopo di celebrare una delle più importanti realtà cinematografiche intrernazionali, la cui presenza nel contesto europeo è ancora fortemente limitata.

Il cinema indiano vanta una prestigiosissima storia e una tradizione multiforme costantemente rinforzata da impulsi creativi fra i più variegati, i quali sfrtunatamente arrivano oltre i confini nazionali solo in veste di anteprime festivaliere, spesso sconosciute anche ai più appassionati cinefili. Da qualche anno l’Italia, proprio in ragione di questa corposissima produzione, ha attivato degli esperimenti televisivi, proponenedo al pubblico del piccolo schermo alcune delle più recenti pellicole hindi, purtroppo però sventrandone barbaramente contenuti canterini e danze folcloristiche, una delle caratteristiche più pregnanti. Ne sono esempi “Amori con-turbanti” e “Stelle di Bollywood“, apprezzati dai telespettatori anche in tempi morti di share come quelli estivi. Escludendo le scelte di rifacimenti da commedie americane, alcune proposte erano notevolissime, su tutte Stelle sulla terra, che affronta il delicato tema della dislessia. La volontà del Festival di Cannes di legarsi all’IFFI, nasce probabilmente dal desiderio tuttavia di riportare l’attenzione anche sul cinema d’antan indiano, quello che ne ha costruito le solide e ora floride basi tanto artistiche quanto economiche, guidare alle scoperta di maestri come Satyiajin Ray, regista perlopiù sconosciuto dalle nostre parti, autore di capolavori quali Pather Panchali e Charulata con la splendida Madhabi Mukherjee, una delle dive indiane più famose, i cui pezzi da maestro sono stati recentemente restaurati negli Stati Uniti. In attesa dunque di vedere qualche rassegna d’Essay,o qualche bel prodotto indiano nuovamente in gara a Cannes, quest’anno senza presenze hindi, una strizzatina d’occhio ai film “nostrani” al festival: Un chateau en Italie dell’attrice Veleria Bruni Tedeschi e La grande bellezza di Paolo Sorrentino, con un Tony Servillo in una Roma viziata e decadente, giornalista cinico e disincantato nell’estate mortifera di ville e belmondo cittadino, che ha tutta l’aria di volersi presentare come un invecchiato Marcello della Dolce Vita, sfatto alterego del belloccio Gatsby.

Fabiana Dantinelli



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