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Joker un film disturbante e affascinante: il significato del finale è diverso per ogni spettatore

Da non perdere questa sera in tv il film Joker: e voi avete capito il significato del finale della piccola con Joaquin Phoenix? Proviamo a capirne il senso

joker stasera

Nel panorama cinematografico recente, pochi film hanno saputo incantare, disturbare e riflettere allo stesso modo di “Joker” (2019), diretto magistralmente da Todd Phillips e interpretato con maestria da Joaquin Phoenix. Questo film si distingue non solo per l’interpretazione sublime del suo protagonista ma anche per la sua capacità di esplorare temi profondi e attuali, offrendo uno sguardo crudo sulla società contemporanea attraverso la lente deformante di Gotham City. Ve ne parliamo proprio oggi, a distanza di diversi anni dall’uscita del film, perchè questa sera Joker sarà di nuovo trasmesso in tv. Quale migliore occasione per rivedere un film tra i più belli degli ultimi anni?

Joker: una interpretazione Unica

Joaquin Phoenix, nei panni di Arthur Fleck, ci offre una performance che va oltre la semplice recitazione, diventando un’esperienza catartica tanto per l’attore quanto per lo spettatore. La sua trasformazione in Joker è un viaggio allucinante nell’anima umana, un grido disperato di dolore, rabbia e desiderio di vendetta. Phoenix riesce a trasmettere ogni sfumatura emotiva del personaggio, dai suoi fragili sorrisi forzati fino alla risata isterica e dolorosa che diventa il simbolo stesso della sua follia. La sua interpretazione è stata giustamente celebrata con l’Oscar al miglior attore protagonista, un riconoscimento che suggella una performance leggendaria.

Joker: una trama avvincente

La trama di “Joker” si snoda attraverso i vicoli oscuri di Gotham e gli ancor più oscuri meandri della mente del protagonista. Non si tratta solo della nascita di un villain, ma dell’analisi profonda di una società malata che genera mostri. Il film riesce a mantenere lo spettatore incollato allo schermo, alternando momenti di tensione pura a riflessioni sull’alienazione sociale, il divario tra classi, e la solitudine. “Joker” è un film coraggioso che non teme di mostrare la bruttezza del mondo e di chiedere, senza offrire risposte facili, se ci sia speranza di redenzione per l’umanità.

Paragoni e Citazioni

“Joker” si colloca all’interno di un genere che va oltre il cinema di supereroi, dialogando piuttosto con capolavori del passato come “Taxi Driver” e “Il re dei comedy” di Martin Scorsese. Questi film, con le loro esplorazioni della solitudine e dell’alienazione urbana, fungono da chiaro punto di riferimento per Phillips, che tuttavia riesce a imprimere alla sua opera un marchio distintivo.

Una delle citazioni più potenti del film è pronunciata dallo stesso Arthur Fleck: “La peggior parte dell’avere una malattia mentale è che le persone si aspettano che tu ti comporti come se non l’avessi.” Questa frase sintetizza l’essenza stessa del film: la lotta invisibile che molte persone affrontano ogni giorno, ignorate o malintese da una società che chiude gli occhi di fronte al disagio.

Joker: il significato del finale

Il finale di “Joker” è uno di quelli che invitano a molteplici interpretazioni, lasciando allo spettatore la libertà di trarre le proprie conclusioni sulla storia e sul destino dei suoi personaggi. Ciò che rende il finale di Joker tanto potente è la sua capacità di fungere da specchio per le paure, le speranze e le inquietudini dello spettatore, riflettendo tematiche universali di alienazione, rabbia e desiderio di rivincita sociale.

La Trasformazione completa di Arthur in Joker

Il climax del film vede Arthur Fleck abbracciare completamente la sua identità come Joker, trasformandosi da uomo trascurato e maltrattato dalla società in un simbolo anarchico di caos e dissenso. La sua risata, un tempo segno di una condizione patologica e fonte di dolore e imbarazzo, diventa un inquietante segno di trionfo. Quando Joker si tinge il sorriso di sangue davanti a una folla di sostenitori in rivolta, diventa chiaro che non è più solo Arthur; è diventato un’idea, l’incarnazione delle frustrazioni e delle rabbie represse della società.

La Rivoluzione di Gotham e la nascita di Batman

La rivolta che si scatena a Gotham, ispirata dalle azioni di Joker, non è solo un’esplosione di violenza: è il simbolo di un sistema che crolla sotto il peso della sua stessa ingiustizia e disuguaglianza. In questo contesto, assistiamo all’omicidio dei genitori di Bruce Wayne, un evento chiave che, come sappiamo, porterà alla nascita di Batman. Questo collegamento crea un ciclo di violenza e vendetta che definisce Gotham, sottolineando come la violenza genera violenza, in un circolo vizioso senza apparente fine.

L’ambiguità della Narrazione

Il finale apre anche a interrogativi sulla affidabilità di Arthur come narratore. Le scene finali, che lo mostrano in una struttura psichiatrica, sollevano dubbi sulla veridicità di quanto visto. Quanto della sua storia è reale, e quanto è frutto della sua mente disturbata? Questa ambiguità invita lo spettatore a riflettere sulla natura della realtà e della pazzia, e sul modo in cui la società etichetta e gestisce il “diverso”.

Il finale di “Joker” non offre risposte semplici, ma piuttosto pone domande profonde sulle radici della violenza, sulla responsabilità della società nel creare i propri mostri e sul potere trasformativo del dolore.

“Joker” è un film che non lascia indifferenti, un’opera d’arte che sfida il pubblico a riflettere sulla propria realtà. Non è solo la storia di un uomo che diventa simbolo del caos, ma il ritratto di una società che, attraverso l’indifferenza e l’ingiustizia, partorisce i propri mostri. Con una regia impeccabile, una sceneggiatura intensa e una performance indimenticabile di Joaquin Phoenix, “Joker” si impone come un capolavoro del cinema contemporaneo, destinato a rimanere nella storia come un’opera profondamente disturbante e altrettanto affascinante.

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