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Georgia Luzi si sfoga sui social: quella volta in cui un collega le lanciò una sedia contro

Il duro sfogo di Georgia Luzi sui social: per la prima volta parla di quando un collega le ha lanciato una sedia contro

Sono davvero molto strane le coincidenze della vita…Nel giorno in cui Pierluigi Diaco su Rai 1 in diretta parla di quelli che sono stati i suoi modi nelle ultime settimane, dai social arriva un post singolare di Georgia Luzi che decide di rompere il silenzio e parlare di un collega che in passato le ha fatto un torto. Ora la conduttrice, che da qualche tempo non ha un posto in Rai e in generale in tv, non fa il nome. Potrebbe essere quindi solo una coincidenza, è chiaro. Ma a leggere bene tra le righe, e neppure troppo tra le righe, ben si capisce che la Luzi si riferisce alle parole usate da Diaco nel suo sfogo a Io e te. La conduttrice parla di un episodio molto spiacevole che le è capitato e per la prima volta racconta di quando un collega, le ha lanciato una sedia contro. La Luzi e Diaco hanno lavorato insieme in tv, all’edizione estiva di UnoMattina estate, anche per questo, in molti, hanno pensato che si riferisse proprio a lui.

Ma vediamo le parole di Georgia sui social.

IL DURO SFOGO DI GEORGIA LUZI SUI SOCIAL: UN COLLEGA LE HA LANCIATO UNA SEDIA CONTRO

Ed ecco le parole della Luzi che di certo non sono passate inosservate:

C’è chi sceglie il silenzio.

E chi decide di esporsi.

E ad entrambi va il mio rispetto.

Nella mia vita lavorativa ci sono stati periodi in cui ho accettato e subìto parole (e non solo) che forse avrei dovuto combattere ancor più energicamente di quanto abbia fatto. Anche se 1 metro e 60 di “bionditudine” non avrebbe spaventato nessuno.

In quel momento…ho scelto di non “denunciare” almeno pubblicamente (ho continuato a lottare ogni giorno in silenzio, la testa non l’ho mai piegata). Sapevo a cosa sarei andata incontro e ho avuta paura. Paura di perdere il lavoro,di non essere creduta, di essere donna in un mondo di uomini. Perchè alle donne che scelgono di dire di “no” vengono fatte le pulci, ne vengono contestati i tempi e i modi (“come mai hai scelto di parlarne adesso e non prima?” “Ma non lo sai che i panni sporchi si lavano in casa???”) e così da vittime passiamo a carnefici.

Queste persone sono le stesse che giustificano la propria condotta (meschina) con il “troppo amore” che mettono nelle cose che fanno. Il troppo amore…(un po’ come quelli che ti picchiano perché ti amano troppo). Quindi, quelli educati e perbene per far capire quanto ci tengono al proprio lavoro, devono insultare qualcuno.

Quindi, vale tutto?! Eh no.

Minacce, urla, parolacce non valgono. Arroganza, presunzione, violenza verbale,non valgono.

E allora mi viene in mente quando un “collega” mi lanciò una sedia.

E solo per aver espresso il mio parere. Fortunatamente il “caro collega” aveva sì un ego spropositato, ma anche una mira scarsissima.

Mi ribellai… e nel tempo ho pagato le conseguenze anche di quello.

Ancora oggi dà fastidio e fa paura che una donna abbia una testa pensante, abbia un’opinione e le sia data anche la libertà di poterla esprimere.

Non permettete a nessuno di dirvi cosa potete o non potete dire, abbiate coraggio e siate gentili. Il loro “potere” è nulla di fronte alla vostra fierezza.

E invece delle lacrime di coccodrillo, basterebbe portare rispetto. Perché siamo tutti UGUALI.

P.s. ora direte che sto a rosicà in quanto attualmente non sto lavorando ad un programma; lo aggiungerò alla lista dei motivi per cui rimanere in silenzio.

Come ha fatto anche Lorella Cuccarini, si dice il peccato e non il peccatore, forse bisognerebbe fare anche nomi e cognomi in questi casi, per denunciare davvero un torto subito.

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