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Gianni Alemanno furioso reagisce a Pontida

E’ chiaro il sindaco Gianni Alemanno, più chiaro di così non poteva essere: “Lancio un avviso molto chiaro ai naviganti: da Pontida non esca fuori una provocazione contro Roma perchè reagiremo con estrema durezza”. Questo il monito lanciato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno alla Lega nord a pochi giorni dall’appuntamento di Pontida. Alemanno ha […]


E’ chiaro il sindaco Gianni Alemanno, più chiaro di così non poteva essere: “Lancio un avviso molto chiaro ai naviganti: da Pontida non esca fuori una provocazione contro Roma perchè reagiremo con estrema durezza”.

Questo il monito lanciato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno alla Lega nord a pochi giorni dall’appuntamento di Pontida. Alemanno ha poi aggiunto che “seguiremo con molta attenzione quello che verrà fuori da Pontida e non accetteremo nessuna forma di provocazione perchè su questo la misura è ampiamente colma”. Inoltre, il sindaco ha posto l’accento sul fatto che “non è solo la Lega che può porre condizioni ma c’è anche un partito romano e una realtà laziale che può fare altrettanto”.

In effetti, già dalle parole di Maroni si registrava  qualche segnale di  insofferenza: “Mio nonna diceva che uno sberlone fa male ma a volte ti fa rinsavire, prendere coscienza e aprire gli occhi” così il ministro Maroni ha replicato a chi gli chiedeva se lo sberlone ricevuto ieri con l’esito del referendum possa frenare il cammino delle riforme. “Soprattutto – ha aggiunto Maroni – come diceva ieri Calderoli, non vogliamo, dopo due sberle, che si realizzi il proverbio: non c’è due senza tre”.

E non è solo Maroni che sintetizza frasi sibilline. Anche il sindaco leghista Tosi dice: “Penso che adesso la Lega dia un tempo definito al premier per realizzare alcune cose chiare: riforma fiscale e ritiro dalla Libia prima di tutto. Se le cose verranno fatte in tempi brevi si andrà avanti, altrimenti non credo si possa rimanere a lungo in questa situazione”. Il sindaco di Verona, all’indomani dei risultati dei referendum afferma con sicurezza che il responso è stato, “un dispetto a Berlusconi”. Intervistato dal Messaggero, Tosi sottolinea che molti cittadini “da una parte vedono che le cose che contano, come il calo delle tasse, non si fanno”, dall’altra “sentono parole inutili e assistono a battaglie che non interessano come il legittimo impedimento”. Per questo “non stupisce” che tanta gente sia andata a votare, fatto che è “un segnale politico”.

Anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, lancia un messaggio ai colleghi di maggioranza: “se la Lega si sfila si va a votare, e questo la Lega lo sa quanto me”. In ogni caso, aggiunge in una intervista alla Stampa, bisogna rispondere alla richiesta di “un segnale forte nell’azione di governo. Nessuno chiede temerarietà ma adesso, dopo la prudenza, ci vuole coraggio”. Adesso, prosegue il ministro, bisogna “rilanciare l’azione di governo che paga sin qui l’indecisione, e il fatto che qualunque riforma si faccia ci si chiede se serve o no al governo, se serve o no a Berlusconi”. I malumori del Carroccio, comunque, sono da imputare alle amministrative, e la Lega “non può addossare nè a Berlusconi nè a Tremonti le responsabilità. E può vantare un risultato elettorale migliore del nostro. Se Bossi a Pontida chiederà lo stop delle missioni militari, continua il ministro della Difesa, sarà solo facile propaganda, ma non otterrà quello che vuole, perchè la graduale riduzione della nostra presenza in Kosovo e Afghanistan è stata decisa con i nostri alleati, quelli delle missioni ovviamente. Quanto al Libano notificherò presto che scenderemo a mille uomini, non uno di più del contingente spagnolo cui abbiamo passato il comando” conclude La Russa.

Il quotidiano Avvenire oggi, esce con un editoriale a firma del direttore, Marco Tarquinio, nel quale si legge: “Il responso dei quattro referendum è chiaro, chiarissimo”. Inizia così l’editoriale con cui Avvenire commenta oggi il risultato dei referendum. Il titolo dell’articolo è «La macchina delle sberle». Quella delle “sberle”, sottolinea il quotidiano dei vescovi italiani, può sembrare un’immagine dura e forte, ma “forte è soprattutto la realtà che fotografa e segnala. Nelle urne ma – prima ancora – nei circuiti associativi e nei circoli formali e informali, nei passa-parola di piazza e di internet, si è messa in moto una vera e propria ‘macchina delle sberlè. Oggi la dose maggiore è toccata indubbiamente a chi governa – la coalizione Pdl-Lega e il suo leader Silvio Berlusconi – ma i destinatari potenziali sono un pò tutti i protagonisti della scena politica nazionale”. In sostanza, c’è ormai “una vasta e crescente insofferenza per la qualità della politica attuale”. Un contributo al cambiamento “è venuto e potrà ancora venire dai cattolici italiani, che hanno le idee chiare su ciò che negoziabile non è”.



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