Attualità Italiana

Corigliano Calabro: Fabiana ricordata dal dolore della mamma e degli amici

Gli studenti della cittadina calabrese sfilano in corteo per le vie, onorando il ricordo della ragazza bruciata viva dal fidanzato; intanto dai primi interrogatori dell'assassino emerge che Fabiana si è difesa fino all'ultimo


“La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”, così recitano gli striscioni esposti oggi a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, dove le scuole superiori hanno osservato un giorno di chiusura per celebrare il lutto di Fabiana Luzzi, la giovane barbaramente uccisa dal fidanzato, oltre che per gridare il loro deciso no al femminicidio, l’ennesimo di queste settimane. Gli studenti hanno sfilato in corteo per celebrare il ricordo della loro coetanea bruciata viva dal ragazzo e per esprimere la loro solidarietà nei confronti della famiglia costretta a convivere con una perdita così devastante ed insensata. Il corteo ha preso avvio di fronte all’Istituto tecnico- commerciale Luigi Palma, lo stesso che Fabiana ha frequentato mentre era in vita, snodandosi per le vie della città e soffermandosi all’imbocco della strada laterale in cui sono stati rinvenuti i miseri resti della povera vittima, in quel punto una studentessa che aveva marciato in testa al corteo ha deposto un bouquet di fiori, oltre ai palloncini a forma di cuore che hanno lasciato altri; Il corteo ha poi ripreso il suo cammino, raggiungendo infine la casa in cui Fabiana ha vissuto. Ognuno dei presenti portava un nastro rosso al polso, il colore dell’amore che è stato scelto per dimostrare alla vittima il sentimento che tutti indistintamente sentono per lei. Intanto la famiglia continua a non capacitarsi della perdita: il padre ripete incessantemente come avesse sempre consigliato a Fabiana di lasciar perdere il ragazzo, la madre a colloquio con l’arcivescovo di Rossano- Cariati chiede a gran voce giustizia per la figlia assassinata; nel frattempo, dall’interrogatorio del killer emerge che Fabiana si è difesa fino all’ultimo, cercando di strappargli di mano la tanica di benzina e vuotarla in terra, purtroppo senza esito essendo troppo indebolita dalle coltellate ricevute.

 



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