Attualità Italiana

Marrazzo in aula difende la sua dignità di fronte alle ingiurie

Piero Marrazzo, testimone nel processo ai quattro carabinieri che lo avrebbero ricattato con un video


Piero Marrazzo, testimone al processo sull’inchiesta che lo aveva coinvolto nel 2009, racconta: «Sono separato, mi sono dimesso dall’incarico di governatore del Lazio perché era la cosa più giusta da fare, sono tornato a non fare il mio lavoro. Una vicenda che mi ha fatto molto male anche per colpa di una campagna mediatica micidiale, alquanto aggressiva e diffamatoria che ha fornito spesso alla pubblica opinione notizie non vere». L’ex governatore della Regione Lazio ha ammesso di avere avuto in passato incontri con transessuali, ma specifica che non ha mai usufruito di un auto di servizio per questo genere di incontri, né ha mai portato trans negli uffici della Regione. Marrazzo, confessa di aver avuto molta paura quel giorno e che per lui è stato il più grande errore della sua vita. Sottoposto all’interrogatorio del pm Rodolfo Sabelli ed Edoardo De Santis davanti ai giudici della IX sezione penale, riferisce che provò una violenza psicologia molto forte dopo l’arrivo nel suo appartamento dei due carabinieri in borghese: «Mi trovai in stato di restrizione, mi sentivo sotto sequestrato. Volevo uscire a tutti costi da quella casa ma non mi fu consentito neppure di rivestirmi. Non mi ero reso conto che stavano girando un video con il cellulare». Continua Marrazzo: «Quando sono venuto a conoscenza dell’esistenza di questo video, dopo alcuni giorni mi chiamò l’allora premier Silvio Berlusconi per dirmi che un direttore del gruppo Mondadori, credo si tratti di Alfonso Signorini, aveva visto questo video e che era inutilizzabile perché non si capiva bene. L’ex premier mi disse che il video era nelle mani di un’agenzia di Milano e mi diede un numero al quale telefonai successivamente. Mi rispose una donna, mi confermò di averlo. Così mi sono movimentato per recuperarlo. Dopo qualche giorno mi richiamò Berlusconi affermando che il video era stato sequestrato dai Ros e che tutto era andato bene. Mi volle tranquillizzare».

 

 



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