Dal Mondo

Brasile, la piazza non si placa: il primo morto a Ribeiro

Continuano gli scontri di piazza in Brasile per protestare contro le spese folli dovute alla Confederation Cup, ieri a Ribeiro un ragazzo è morto investito da un Suv


Non accenna a placarsi la tensione in Brasile dove proseguono gli scontri di piazza innescati dalla decisione del governo di alzare le tariffe del trasporto pubblico ed a seguito delle spese sostenute in occasione dell’organizzazione della Confederation cup in corso in questi giorni; le manifestazioni di protesta continuano in tutto il paese, al punto che la presidente della federazione brasiliana Dilma Roussef ha convocato per le 9:30 di questa mattina (14:30 ora italiana) una riunione del gabinetto di crisi in cui ha richiesto la presenza dei ministri che le sono più vicini; la Roussef ha anche annunciato di aver annullato la visita a Salvador de Bahia, nell’omonimo stato brasiliano, come pure il viaggio diplomatico in Giappone che era previsto per la settimana entrante, tutto per l’atmosfera sempre tesa che si respira per le strade brasiliane. la scorsa notte erano almeno 500.000 mila i manifestanti scesi in piazza per esprimere la loro indignazione ed il loro dissenso; a Ribeiro uno di loro, un ragazzo di 18 anni, è morto sul colpo quando è stato investito da un Suv che cercava di forzare il blocco imposto dai manifestanti lungo avenue John Fiusa; a Rio de Janeiro la polizia è intervenuta con i blindati ed ha caricato i manifestanti facendo uso di lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere chi già dai giorni scorsi aveva lanciato molotov contro la sede del comune; un pulmino dell’emittente SBT tv è stato dato alle fiamme, provocando cinque feriti fra operatori e giornalisti, fra i feriti dalle pallottole di gomma anche un reporter di GloboNews. Situazioni analoghe anche a Brasilia, Belo Horizonte, San Paolo e Salvador de Bahia dove la polizia ha dovuto caricare per disperdere i manifestanti che cercavano di raggiungere lo stadio in cui era in corso la partita Nigeria- Uruguay; in tutto il paese si registrano saccheggi, aggressioni ad esponenti del partito della Roussef e bandiere dello stesso alle fiamme.



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