Dal Mondo

Belen incinta del patrigno a undici anni, negato l’aborto

Le leggi estremamente restrittive sull’aborto vigenti nel paese sudamericano impediscono l’interruzione di gravidanza a scopo terapeutico ad una bambina di 11 anni abusata dal patrigno


Belen, una bambina di 11 anni in Cile è rimasta incinta dopo aver subito una violenza da parte del patrigno. Una notizia già di per sé sconvolgente questa che assume tratti ancor più tragici se corredata dal seguito della vicenda che vede un paese, fortemente attaccato alla tradizione cattolica, vietare la pratica dell’aborto, anche quanto questo è praticato in via terapeutica. E così Belén, la piccola undicenne originaria di Puerto Montt violentata da un patrigno-mostro, adesso è alla quattordicesima settimana di gestazione.
  Per far luce sull’intera vicenda si rivela necessario parlare del Cile, della dittatura di Pinochet e dei precedenti storici intorno alla pratica dell’aborto nel paese. La pratica in questione, perpetuata per fini terapeutici, era consentita già dal 1931, è stato con l’accordo tra le gerarchie ecclesiastiche cilene e il generale/dittatore Augusto Pinochet che venne vietata qualsiasi forma di aborto nel 1989.

La donna, sottomessa ad un maschilismo imperante in un paese come il Cile, sembra non aver voce in capitolo; essa sembra insomma, al di là della posizione personale e soggettiva in merito ad una pratica come l’interruzione di gravidanza, privata del diritto di scelta che viene negato anche quando la gravidanza è frutto di una violenza perpetuata da un adulto nei confronti di una bambina appena diventata donna.

A negare che sia il nuovo marito il padre del bambino che porta in grembo la piccola Belén, è la mamma della piccola che interpellata ha negato che l’uomo che ha scelto come compagno possa aver compiuto un gesto simile: “Non è stata violentata e lui non avrebbe mai usato violenza”.

Intanto il caso sta facendo il giro del mondo, nel paese sono molte le voci che si sono levate in difesa di un diritto che una legge troppo restrittiva nega alle donne, soprattutto quelle vittime di stupro e maltrattamento. Enorme il risalto della faccenda a livello politico, in vista delle prossime elezioni a novembre. I candidati hanno espresso la loro opinione in merito alla necessità di depenalizzazione della pratica di interruzione di gravidanza a scopo terapeutico in caso di violenza sessuale.

Un appello è giunto anche dal Presidente, Sebastian Pinera, che afferma di aver “chiesto al ministro della Sanità che si occupi personalmente della salute di Belèn”.



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