Attualità Italiana

Sceglie il suicidio assistito perchè malato, in realtà non lo è

Ha deciso di scegliere la via del suicidio assistito il magistrato Pietro D'Amico per combattere un malore incurabile. In realtà però non era malato


E’ una storia davvero molto triste quella che oggi dobbiamo raccontarvi. Il protagonista è un magistrato calabrese sessantenne che scopre di avere una malattia incurabile; un brutto male che lo avrebbe portato alla morte in pochissimo tempo. Per amore della sua famiglia e per evitare inuli sofferenze decide così di andare in Svizzera per portare a termine un suicidio assistito, proibito in Italia. Oggi però i familiari scoprono, dopo la sua morte, un’amara verità. Il malore non c’è mai stato, non sarebbe morto a causa di nessuna malattia.

Pietro D’Amico è morto così a 62 anni.  Oggi la sua famiglia chiede che giustizia venga fatta. E’ stata l’autopsia richiesta proprio della moglie di D’Amico e da sua figlia a svelare la triste scoperta. Non era mai esistita nessuna malattia incurabile. Leggiamo dai comunicati ufficiali che tutti gli esami fatti dopo la morte dell’uomo ” hanno escluso perentoriamente l’esistenza di quella grave e incurabile patologia dichiarata da alcuni medici italiani e asseverata da alcuni medici svizzeri“. Sono questi i dettagli  diffusi dall’avvocato Michele Roccisano, amico del magistrato morto e legale della vedova.

Continua la nota della famiglia di D’Amico: “Un errore scientifico che ha portato a conseguenze fatali, poiché D’Amico, già depresso e convinto di essere gravemente malato, ebbe purtroppo quella terribile conferma che lo spinse a richiedere il suicidio assistito a Basilea. “ Non si era infatti trattato di un solo parere medico, il magistrato aveva sentito diversi esperti del settore. “Furono proprio quelle errate diagnosi a convincere alcuni medici svizzeri, soprattutto Erika Preisig, dell’Associazione Eternal Spirit lifecircle, ad assisterlo in quel suicidio” spiega il legale della famiglia. Il magistrato però non c’è più, sua moglie e sua figlia vivranno con la consapevolezza che la sua morte è stata un sacrificio inutile e che l’uomo avrebbe potuto avere altri anni di vita serena al loro fianco.

 

 



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