Attualità Italiana

Divieto di accendere lanterne cinesi a Vicenza

A Vicenza non potranno essere accese lanterne cinesi fino al 30 settembre. L'ordinanza è stata firmata con urgenza dal sindaco a causa degli incidenti accaduti in passato


A Vicenza è vietato accendere le lanterne cinesi. L’ordinanza è stata diffusa dal sindaco, in seguito ad un incendio divampato in un’azienda agricola proprio a causa di una lanterna cinese che non aveva ben spiccato il volo. D’altronde l’incendio ha provocato danni per oltre 500mila euro. E dunque ecco che a Vicenza per un mese e mezzo ci sarà il divieto totale di lanciare in aria le lanterne volanti cinesi, meglio note in tutto il mondo con il nome khoom fay. L’ordinanza che è stata emanata con carattere d’urgenza sarà in vigore dal 17 agosto al 30 settembre ed ha proprio lo scopo di prevenire e contrastare eventuali incendi che ne potrebbero scaturire sia nelle aree cittadine che nei boschi circostanti. Secondo il sindaco Achille Variati che ha firmato tale ordinanza, questa si è resa necessaria per tutelare sia la sicurezza urbana che l’incolumità pubblica. Tra l’altro sicuramente questa sarà stata una decisione ponderata anche sull’allarme che ha lanciato nei giorni scorsi la Protezione Civile della Regione Veneto, secondo la quale in questo periodo i terreni sono ad alto rischio di incendio a causa della siccità attualmente consistente in zona. Ed è proprio quello che è successo a Vicenza nei giorni scorsi per una lanterna cinese. Ricordiamo infatti che il meccanismo che le fa volare è quello delle mongolfiere, nonostante le sue dimensioni sia decisamente minori: il sacchetto di carta ha alla sua base una fiamma che appena accesa la fa innalzare. Durante un matrimonio sono state lanciate diverse lanterne che hanno fatto divampare un incendio in un’azienda agricola ed è per questo motivo che i primi a lanciare tale allarme sia stata proprio la Coldiretti della provincia. Detto fatto: da oggi chi desidera sfidare la legge accendendo una lanterna cinese potrà incorrere in una sanzione fino a 500 euro.



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