Attualità Italiana

Era del sottocosto: un quarto dei prodotti sono scontati, si punta all’essenziale

Arriva l'Era del sottocosto. Terminata quella degli acquisti superflui, ora si punta all'essenziale


Potrebbe definirsi una vera e propria “Era del sottocosto”. Pare che fare la spesa sia diventato più conveniente. Sembra, infatti, che molti prodotti sia applicato uno sconto, soprattutto quelli non ritenuti superflui. Per acquistare la pasta, ad esempio, bastano anche soli 5 centesimi all’etto. E’ possibile trovare il dentifricio a un euro, e così via. Belle notizie arrivano dall’Auchan che dal prossimo dal 16 settembre fino al 25 promette migliaia di prodotti «Tutto a un euro». Quella di vendere i prodotti a un prezzo inferiore da parte dei grandi distributori permette di attirare un maggior numero di clienti, fidelizzandoli, in particolare, al loro marchio. Diverse sono le opinioni di alcuni direttori commerciali in merito alla faccenda “sottocosto”. Marco Pedroni, neo-presidente di Coop, ha riferito di recente che: «Il fenomeno di polarizzazione dei consumi colpisce soprattutto il ceto medio e intacca il potere di acquisto».

«Per andare incontro ai bisogni dei consumatori stiamo aumentando gli sconti sui prodotti e il numero di offerte promozionali, attraverso la riduzione dei margini e la razionalizzazione dei nostri costi», afferma, invece, Fabio Sordi, direttore acquisti di Auchan Italia. Pedroni, inoltre, giorni fa ha voluto riconoscere i meriti di tutta la filiera con l’industria di marca, la quale ha progressivamente spostato le risorse dalla pubblicità alla scontistica, facendo si che i prezzi al dettaglio della grande distribuzione siano abbattuti.

Enrico Capoferri, direttore commerciale di Simply Italia, ha esposto il suo parere asserendo che «le vendite superano ormai un prodotto su due e noi ormai scontiamo un prodotto su tre».  Capoferri ammette la vicinanza del punto di rottura, ma è anche consapevole di come l’equilibrio del modello distributivo si basa su politiche di prezzo alquanto aggressive. Il punto di rottura è  vicino soprattutto per il consumatore finale che si trova in difficoltà nella gestione dei soldi, soprattutto per quelli che riguardano le spese essenziali.

 



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