Economia

Detrazioni spese mediche: tagli nel 2014

Le spese mediche per il 2014 potrebbero a breve non essere più detraibili al 19%, con effetto retroattivo


Come previsto dalla legge di stabilità 2014, sono in arrivo nuovi tagli alle detrazioni per le spese mediche. E’ infatti stato confermato il taglio lineare con efficacia retroattiva (in contrasto con quanto previsto dallo Statuto del contribuente).

Nella dichiarazione dei redditi del 2013 quindi le spese mediche non saranno più detraibili al 19 ma al 18%. Il taglio sarà graduale: nel 2015 (per redditi 2014) si toglierà un alto punto percentuale (dal 18 al 17%). Se da un lato quindi entreranno più soldi nelle tasche degli italiani, dall’altro se ne risparmieranno meno tra quelli pagati per le tasse. Ad oggi sono oltre 19 milioni di italiani che usufruiscono delle detrazioni per abbassare il valore dell’Irpef. Oltre alle spesa mediche sono detraibili al 19% le spese per mutuo, la retta degli asili nido, l’abbonamento in palestra per i  figli, le fatture del veterinario, gli affitti per gli studenti fuorisede, la parcella del notaio in caso di acquisto di casa etc.
Il tutto per un ammontare di circa 28,8 miliardi (in base ai dati del 2012 relativi ai redditi 2011): tutti soldi che finivano nelle tasche dei contribuenti. Con i nuovi tagli delle detrazioni la quota scende di circa 288 milioni (15 euro pro capite in media).
In base a quanto previsto dalla legge di stabilità saranno salvaguardati dal taglio solo i soggetti invalidi, disabili o autosufficienti.

L’alternativa sarebbe quella del taglio mirato in  base al reddito, in modo da tutelare chi guadagna meno. Ma neppure questa opzione risolverebbe del tutto il problema: il 60% dei contribuenti che usufruisce delle detrazioni infatti dichiara una cifra inferiore ai 29 mila euro l’anno e dunque per più della metà dei contribuenti l’aliquota andrebbe preservata. Supponendo la riduzione di un punto percentuale nel 2014 solo per la fascia tra i 29 e i 60 mila euro e di due punti per chi dichiara più di 60 mila euro, l’erario recupererebbe appena 144 milioni, all’incirca la metà dell’obiettivo prefissato.



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