Attualità Italiana

Ruby Ter: indagati Berlusconi e i suoi legali

Parte il nuovo processo Ruby, il terzo. Indagati per corruzione in atti giudiziari Silvio Berlusconi e i suoi legali Nicolò Ghedini e Piero Longo


La nuova indagine era già stata ampiamente annunciata ed esplicitamente chiesta dai giudici di primo grado della quarta e della quinta sessione penale che a giugno e a luglio avevano condannato Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. In un altro processo (Ruby bis) erano invece stati condannati Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede.Il Ruby Ter parte oggi, non prevederà un rito immediato (come capitato nel processo Ruby) e conterà ben 45 indagati. Tra questi nomi compare anche il nome di Silvio Berlusconi, quello degli avvocati Nicolò Ghedini e Piero Longo. C’è anche lo stesso nome di Ruby e di altre moltissime ragazze che avevano testimoniato in aula nei processi precedenti.

Le ipotesi d’accusa – Le accuse esplicitate sono: corruzione in atti giudiziari, falsa testimonianza e ostacolo all’attività di indagine. Le dichiarazioni fatte in aula dalle cosiddette Olgettine, che avevano dichiarato di ricevere dall’imputato Silvio Berlusconi 2.500 euro al mese come “sostentamento”, sono il fulcro delle indagini. Le ragazze, sostenevano che dopo il caso Ruby non erano più riuscite a trovare lavoro. L’ipotesi accusatoria per le Olgettine sarà probabilmente la falsa testimonianza. “Tutte le ragazze pagate da Berlusconi – sottolineano i giudici – rendevano al processo dichiarazioni perfettamente sovrapponibili, anche con l’uso di linguaggio non congruo rispetto alla loro estrazione culturale”.
Per il Cavaliere invece scatta la corruzione in atti giudiziari. Silvio Berlusconi aveva già subito un altro processo (processo Mills) per la stessa ipotesi di reato: quella di aver pagato i testimoni chiamati in aula per ottenere delle dichiarazioni a lui favorevoli. Anche i legali del Cavaliere dovrebbero essere indagati ed accusati di concorso in atti giudiziari perché presenti il 15 gennaio del 2011, quando Silvio Berlusconi, all’indomani del processo Ruby, convocò ad Arcore tutte le ragazze. Proprio da quel momento iniziò il pagamento. Bonifico che per altro sembrerebbe stato interrotto dalla fine del 2013.

Ruby la prediletta: le indiscrezioni – A Ruby, in particolare, Berlusconi avrebbe promesso un ingente compenso se avesse taciuto o “fatto la pazza”. In questo contesto di “contaminazione probatoria”, così definito dal Tribunale, la ragazza, intercettata, disse di aspettare “5 milioni” di euro dall’ex presidente del Consiglio. Legati all’affaire Ruby ed ora coinvolti nell’inchiesta, sono anche i parlamentari Valentino Valentini e Maria Rosaria Rossi, il giornalista Carlo Rossella e il funzionario della questura, Giorgia Iafrate, che affidò Ruby a Nicole Minetti la notte fra il 27 e il 28 maggio quando Berlusconi chiamò in questura.

L’inchiesta è stata affidata al procuratore aggiunto Piero Forno e al pm Luca Gaglio. Il procuratore capo della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati ha sottolineato: “Si è proceduto alla dovuta iscrizione nel registro delle notizie di reato per i soggetti e i reati rispettivamente segnalati. I titoli di reato, saranno comunicati ai difensori delle persone che ne faranno richiesta a norma dell’art. 335 del codice di procura penale”.

Non ci sarà Ilda Boccassini, procuratore aggiunto del processo Ruby, perché impegnata in altre indagini. Bruti Liberati ha precisato che il procuratore Ilda Boccassini, che aveva rappresentato l’accusa nei processi Ruby e Ruby bis, ha chiesto espressamente da mesi di non dedicarsi a questa nuova indagine “per i suoi impegni pressanti”.



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