Attualità Italiana

Renzi risponde via Twitter alle critiche: Impegni confermati

Matteo Renzi ha scelto Twitter per rispondere alle critiche di questi giorni. Ha parlato di legge elettorale, riforme istituzionali e rapporti con Berlusconi


Con le polemiche che piovono da tutte le parti, ma specie dall’interno del Partito Democratico, il neosegretario Matteo Renzi ha affidato a Twitter il proprio pensiero. Ieri sera, il sindaco di Firenze ha risposto a diversi tweet inviatigli. Renzi, a chi ironizzava sulla sua apertura a qualsiasi compromesso pur di ottenere la riforma elettorale, ha risposto: “Ho detto alle primarie: legge chiara, che eviti larghe intese, no diktat dei partitini, che dia vittoria certa. Impegni confermati“.
Renzi ha poi confermato le proprie convinzioni in tema di riforme istituzionali: “Via il Senato, via le Province, riforma delle Regioni, mai più rimborsi e rimborsopoli. Non mi pare male…». Riguardo alla legge elettorale e all’ipotesi candidature multiple, il segretario del Partito Democratico ha scritto: “Per adesso non ci sono. Non mi ci immolo (come ballottaggio, premio, sbarramenti), il Pd, comunque, non farà Mai candidature multiple“.
Renzi poi tiene a sottolineare che la nuova legge elettorale non avrà nulla a che vedere con il Porcellum: “Collegi e non circoscrizioni, ballottaggio, sbarramenti. In più no bicameralismo. Tutta un’altra roba“. Il leader del Partito Democratico ha usato l’occasione anche per correggere una propria svista. Un follower gli ha scritto: “Ha detto che lo sbarramento all’8 per cento è normale: in realtà sarebbe il più alto d’Europa” e Renzi ha risposto: “Mi sono spiegato male, ho sbagliato. Mi riferivo alla soglia del 5% tedesca. Mea culpa, era la foga“.
Il tutto con sullo sfondo la presenza di Silvio Berlusconi che, dopo esser sembrato fuori dai giochi in seguito alla decadenza da senatore, è ritornato adesso in pompa magna, complice anche la scelta dello stesso Renzi di interagire con lui in persona per discutere di legge elettorale con Forza Italia. Episodio che nelle prossime settimane potrebbe avere nuove conseguenze negli equilibri del governo Letta.



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