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Pedofilia: violati i diritti dell’infanzia, l’Onu accusa il Vaticano di aver coperto gli abusi

Atto d'accusa mosso dall'Onu al Vaticano reo di aver coperto gli abusi su minori da parte dei prelati e di aver così violato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia


Forse con estremo ritardo, ma finalmente è arrivato. Stiamo parlando dell’atto d’accusa mosso dall’ONU al Vaticano, ai preti pedofili e alle posizioni della Santa Sede sull’omosessualità. Ma non solo. Nel durissimo rapporto stilato dalle Nazioni Unite si fa riferimento anche all’aborto e all’utilizzo dei contraccettivi.

Un attacco frontale, diretto ed atteso che il Comitato dell’ONU ha redatto a Ginevra per i Diritti dell’Infanzia e che, attraverso le parole della norvegese Kirsten Sandberg, suona quasi come un ultimatum. Il presidente del Comitato ha infatti affermato che il Vaticano ha violato, e tuttora viola la Convenzione dell’ONU su Diritti dell’Infanzia perché “non ha fatto quello che doveva fare”. Si chiede quindi che vengano immediatamente rimossi e consegnati alle autorità civili i prelati coinvolti in abusi su minori o sospettati di esserlo, pretendendo inoltre che la Santa Sede renda accessibili i propri archivi in modo che, chi ha abusato e “quanti ne abbiano coperto i crimini” possano essere chiamati a rispondere dinanzi la giustizia. “Il Comitato è gravemente preoccupato dal fatto che la Santa Sede non abbia riconosciuto l’ampiezza dei crimini commessi, non abbia preso le misure necessarie per affrontare i casi di abusi sessuali per proteggere i bambini e abbia anzi adottato politiche che hanno portato a una contaminazione degli abusi e all’impunità dei responsabili”.

La reazione – In difesa della Santa Sede ha parlato Monsignor Tomasi, capo della delegazione presso il Comitato europeo riferendosi agli sforzi percorsi dalla Chiesa per combattere i casi di pedofilia in questi ultimi anni. Sforzi che però, a quanto pare, non hanno portato a nulla di concreto. Il Vaticano è tra i firmatari della Convenzione dell’ONU sui Diritti dell’Infanzia approvata dall’Assemblea generale del 1989 e come tutti gli altri Stati deve rispondere per i suoi errori. Il testo definisce i diritti fondamentali da riconoscere e garantire ai minori e prevede un controllo sull’operato degli Stati firmatari che devono a loro volta stilare un rapporto periodico sul rispetto dei diritti dei bambini nel proprio ambito. Bene, la Chiesa ratificò la convenzione nel 1994 ma sino al 2012, pensate, non ha consegnato alcun rapporto. Da qui, l’esortazione da parte dell’ONU di rivedere anche le posizioni sull’aborto, sui contraccettivi e sull’omosessualità. Nel rapporto si leggono situazioni che suggeriscono una “depenalizzazione” degli stessi da parte della Santa Sede. Eloquente un caso del 2009, quando una madre e un medico fecero abortire la figlia di 9 anni abusata dal patrigno.

L’invito – Il Comitato dell’ONU ha invitato la Santa Sede a “fare pieno uso della sua autorità morale per condannare tutte le forme di molestie, discriminazione e violenza contro minori sulla base del loro orientamento sessuale e/o di quello dei loro genitori”.

La mappa dell’orrore – Sono 6.700 le accuse di abusi su minori e quasi 5.000 i sacerdoti accusati di pedofilia nel mondo. I Paesi maggiormente coinvolti sono gli Stati Uniti, l’Irlanda, l’Olanda, la Germania e l’Italia. Solo nel nostro Paese, infatti, si contano circa 135 casi.



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