Attualità Italiana

Padova, ragazzina suicida: fidanzato di Nadia insultato su ask.fm

Dal sito ask.fm non si fermano gli insulti a seguito del suicidio della 14enne a Padova. Ora si scagliano contro il fidanzato


E’ di pochi giorni fa la notizia choc della ragazzina di 14 anni che si è suicidata a Padova a seguito del cyberbullismo della rete, avvenuto tramite il sito ask.fm. Ed ora sul sito gli utenti non si fermano e insultano anche il fidanzato della giovanissima Nadia. Il giovane ha 21 anni e fa il magazziniere, e sta difendendo con le unghie e con i denti quella giovane vita distrutta domenica scorsa.

Il fidanzato di Nadia ha provato a proteggere la 14enne dagli insulti ricevuti su ask.fm. Purtroppo le parole degli utenti sono state troppo forti per Nadia, che non ce l’ha fatta a superarle. L’ipotesi sul suicidio della ragazzina è infatti che sia motivato dalle pesantissime parole che arrivavano da ask.fm. E sul sito gli utenti non si danno per vinti. Non contenti di aver distrutto la vita di una ragazzina, danno addosso anche al fidanzato. Chiedono a lui, provocandolo: “Come farai ora che si è suicidata?”. Inoltre lo accusano di non essere stato in grado di difendere Nadia e proteggerla dagli insulti. Ma il 21enne non si lascia condizionare da queste parole, e afferma: “Spero che lei distrugga dall’alto chi l’ha fatta stare male”.

Gli insegnanti della scuola di Nadia, come anche alcuni politici, mettono sotto accusa il sito ask.fm, e dichiarano che andrebbe chiuso. Sessanta milioni di utenti, che si nascondo dietro nickname, ogni giorno possono dire tutto ciò che vogliono. La Polizia postale, su richiesta dei magistrati, probabilmente fornirà tutto il materiale necessario a comprendere se dal sito ask.fm sia avvenuta un’istigazione al suicidio di Nadia. E’ stato aperto un fascicolo contro ignoti, e intanto dilaga la polemica sul sito.

Sta di fatto che Nadia è morta, forse perché debole di fronte agli insulti, fragile. Il cyberbullismo sta prendendo sempre più piede, ed è necessario arginare il fenomeno per non provocare ulteriori vittime.



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