Andrea, ragazzino impiccato a Roma: si indaga per istigazione al suicidio
Si indaga pr istigazione al suicidio per bullismo, la pista degli insulti per l'omosessualità non regge: ecco le ultime notizie.
Ci sono delle novità sulla morte di Andrea, il ragazzino di soli 15 anni che si è impiccato, nella sua abitazione, due settimane fa. Come sappiamo, il ragazzino ha deciso di farla finita perché veniva continuamente “accusato”, se così possiamo dire, dai compagni di sola ma non solo, di essere gay. Come se poi, l’omosessualità può essere un’accusa, una colpa, un insulto. Il padre ai pm ha detto senza mezzi termini: “Mio figlio non era gay”. Adesso la Procura di Roma sta cercando di fare chiarezza sulla morte del piccolo e l’ipotesi di istigazione al suicidio, per il momento, resta quella più valida, proprio perché la pista dell’omofobia non ha trovato conferme. Dunque la chiave della vicenda potrebbe essere quella del bullismo. Ricordiamo che il ragazzo era davvero perseguitato dagli insulti, non solo in classe, ma anche su Facebook. Per non parlare di una scritta, sul muro della scuola, fatta per deriderlo: “Non vi fidate del ragazzo dai pantaloni rosa perché è frocio”La mamma di Andrea, Teresa, è ovviamente distrutta. L’abbiamo vista, venerdì scorso, a Quarto Grado, dove ha descritto il suo bambino con queste parole: “Era un ragazzo allegro, aperto alla vita, aveva dei progetti e guardava il mondo sempre con un sorriso. Non penso si sentisse diverso. Sicuramente veniva visto differente perché comunque era un ragazzo pieno di interessi, sensibile ma non avrebbe mai fatto male ad una mosca. Era attento alle persone e non urtare la loro sensibilità. Viveva un disagio ma non l’abbiamo percepito. Mi auguro che venga fuori la verità”.