Attualità Italiana

Omicidio Elena Ceste: Michele potrebbe lasciare il carcere?

Le ultime sulla morte di Elena Ceste: si decide oggi sulla possibile scarcerazione di Michele Buoninconti, il marito della donna uccisa a Costigliole d'Asti


Sono ore decisive per Michele Buoninconti il marito di Elena Ceste in carcere con l’accusa di aver ucciso sua moglie dopo aver premeditato questo gesto. E’ stato davvero lui a uccidere sua moglie? Ci sono le prove che possono dimostrare l’accusa  fatta dai giudici contro il pompiere di Costigliole? Oggi al tribunale del Riesame di Torino sarà discusso il ricorso della difesa di Michele Buoninconti, 44 anni, in carcere da venti giorni con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere della moglie Elena Ceste. Oggi conosceremo quindi il destino dell’uomo. Ricordiamo che Michele aveva denunciato la scomparsa di sua moglie la mattina del 24 gennaio del 2014. Il corpo di Elena era stato poi ritrovato per caso il 18 ottobre 2014. Pare che la donna sia stata uccisa in casa, nel suo letto ma secondo la difesa del Buoninconti non ci sono prove che dimostrino il legale tra lui e la morte di sua moglie.

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Il difensore d’ufficio, Chiara Girola, e il collega di studio Alberto Masoero non hanno voluto comunicare quali saranno i punti sui quali cercheranno di ottenere la scarcerazione davanti al collegio di tre magistrati. Ma scorrendo le 80 pagine dell’ordinanza del gip Marson si possono ipotizzare gli aspetti controversi.

I legali di Michele hanno cercato di dimostrare a modo loro, usando un manichino, che Elena in quel posto potrebbe esser finita per sbaglio. Potrebbero infatti poter voler portare avanti la tesi del suicidio o dell’incidente dopo una crisi. Ma non possiamo trarre delle conclusioni non avendo nulla di concreto.

Ma ci potrebbe essere anche un’altra pista da seguire. 

In un interrogatorio come testimone, Michele ha fatto riferimento a un muratore di Castagnole Lanze che infastidiva la moglie. Ha anche indicato di aver incrociato quella mattina un’auto con caratteristiche identiche a quelle del muratore. Non è chiaro se questo personaggio possa essere escluso dal novero dei sospettati.

Per l’accusa invece non ci sono dubbi: è Michele l’uomo che ha ucciso sua moglie. A incastrarlo le celle telefoniche, le intercettazioni e le sue mille contraddizioni in particolare quelle relative agli abiti di Elena che il vigile del fuoco dice di aver ritrovato davanti casa il giorno della scomparsa di Elena ( che dovrebbe coincidere con quello dell’omicidio). Non dimentichiamo poi anche la strana telefonata di Michele alla giornalista di Pomeriggio cinque e le parole del medico di famiglia. Un paio di giorni dopo la scomparsa di Elena Michele era andato da lui con un forte ma di schiena.



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