Attualità Italiana

Assegno di mantenimento: chi convive dopo il divorzio lo perde

Chi si rifà una famiglia dopo il divorzio, anche se non si sposa legalmente, perde il diritto al mantenimento: la Cassazione riconosce le coppie di fatto


La Corte di Cassazione è intervenuta sulla spinosa questione del divorzio e, nello specifico, dell’assegno di mantenimento, equiparando di fatto convivenza e matrimonio e riconoscendo quindi, sotto questo punto di vista, pienamente le coppie di fatto. La sentenza è destinata sicuramente a far discutere e a fare scuola per casi simili. Analizziamola quindi nel dettaglio. giudici nel caso di specie hanno stabilito che chi si rifà una famiglia dopo il divorzio, anche se non si risposa ma va solo a convivere, perde il diritto al mantenimento precedentemente acquisito. L’ex coniuge quindi non sarà più obbligato a versare l’assegno di divorzio.

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La sentenza arriva come accoglimento di un ex marito pugliese durato ben dieci anni: la Cassazione ha annullato il verdetto della Corte d’appello di Lecce riconoscendo valore matrimoniale alla convivenza della donna. L’uomo infatti si era opposto all’obbligo di versare il mantenimento visto che l’ex moglie viveva in modo stabile con il nuovo compagno pur non essendo legalmente sposata. Dopo dieci anni ha avuto ragione ed è diventato il simbolo di molti uomini, ma anche alcune donne, nella sua situazione.

A porre fine allo stratagemma di molte donne (e di qualche uomo mantenuto) che evitavano di risposarsi per non perdere il diritto al mantenimento dell’ex marito è stata la prima sezione civile della Corte di Cassazione con sentenza n. 6855 depositata il 3 aprile 2015. Il testo completo è disponibile online sul sito della Corte mentre già arrivano le prime discussioni nel merito. E’ facile prevedere che non mancheranno effetti anche sul piano previdenziale.

La prossima mossa in questa direzione sarà il riconoscimento della pensione di reversibilità alle coppie di fatto? Sempre in tema pensionistico una possibile evoluzione della sentenza in analisi potrebbe prevedere il superamento del diritto di vitalizio di reversibilità in favore dell’ex coniuge che abbia nel frattempo costituito una famiglia di fatto pur senza risposarsi.

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