Attualità Italiana

Omicidio Rozzano, uccide l’ex suocero per gli abusi sulla figlia

L'omicidio di Rozzano, avvenuto lunedì pomeriggio, avrebbe come movente i presunti abusi dell'ex suocero sulla figlia dell'assassino

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Nel pomeriggio di Lunedì, a Rozzano, è avvenuto un omicidio: un uomo ha ucciso l’ex suocero per gli abusi sulla figlia. L’assassino nelle ore successive ha confessato di aver sparato in direzione di Antonio Crisanti, 63enne, suo ex suocero. A compiere l’omicidio di Rozzano, nel Milanese, è stato il 34enne Emanuele Spavone. Si è presentato dai carabinieri in compagnia del suo complice, il 27enne Achille Mauriello, che era alla guida dello scooter con il quale sono fuggiti a seguito dell’agguato. Ora i due sono stati fermati ed emerge il movente del delitto. La causa è da ricercarsi negli abusi sessuali di cui era accusato Crisanti nei confronti della nipote, nonché figlia dell’assassino.

OMICIDIO DI ROZZANO, UCCIDE L’EX SUOCERO PER GLI ABUSI SULLA FIGLIA E SI COSTITUISCE DAI CARABINIERI

L’omicidio di Rozzano è avvenuto in viale Lazio nel pomeriggio di Lunedì, tra il centro commerciale Il Gigante e un parchetto vicino. L’assassino ha sparato ben cinque colpi di arma da fuoco in direzione dell’ex suocero. Quattro pallottole hanno raggiunto la vittima, il 63enne Antonio Crisanti.

Emanuele Spavone, 34 anni, ha confessato l’omicidio ai danni dell’ex suocero. La vittima era indagata per presunti abusi sessuali sulla nipote di 5 anni, nonché figlia del suo assassino. E’ questo il movente alla base del folle gesto. Spavone è l’ex marito della figlia di Crisanti. Secondo quanto è emerso in queste ore, la piccola è stata ascoltata dalla Procura proprio in riferimento ai presunti abusi subiti. A quanto pare Spavone, venuto a conoscenza dell’accaduto, avrebbe deciso di porre fine alla vita dell’ex suocero. Quest’ultimo era tornato a Napoli e si era recato a Milano lunedì per prendere parte all’incidente probatorio. Dunque i due gli avrebbero dato la caccia per poi procedere con la sua esecuzione.

Una volta confessato il delitto, insieme al complice Achille Mauriello, 27 anni, che guidava lo scooter, i due sono stati fermati dai carabinieri. Le accuse che pendono su di loro sono quelle di omicidio volontario aggravato in concorso e porto abusivo di arma da sparo.

All’uscita della caserma i parenti, una decina di persone, hanno accolto con un applauso l’omicida e il complice. A quanto pare hanno condiviso il gesto di vendetta per i presunti abusi sulla figlia dell’omicida. L’interrogatorio è durato diverse ore ma non è ancora chiaro dove sia finita l’arma utilizzata per l’omicidio, una pistola calibro 9×21.

L’assassino aveva già dei precedenti penali per droga, reati contro il patrimonio, contro la persona e anche resistenza. Mauriello risulta invece essere incensurato.



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