Attualità Italiana

La storia del tunisino accusato di femminicidio e violenze sulla sua ultima compagna: tenta il suicidio

Il tunisimo Mohamed Safi, detenuto per femminicidio e accusato di tentato omicidio dell'ultima compagna, ha tentato il suicidio

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Nel pomeriggio di ieri il tunisino accusato di femminicirio e violenze sulla sua ultima compagna ha tentato il suicidio. Si tratta di Mohamed Safi, 36 anni, che ha cercato di togliersi la vita presso l’Ospedale San Giovanni-Molinette di Torino, dove è ricoverato nel reparto detenuti. Il tunisino era finito in manette con l’accusa di tentato omicidio ai danni dell’ultima compagna che aveva cercato di sgozzare in strada, a Torino, nella notte tra venerdì e sabato. Ma la verità è che Mohamed Safi si era già macchiato di femminicidio in passato, uccidendo un’altra donna. Ecco qual è la sua inquietante storia fino al tentativo di suicidio in ospedale.

Mohamed Safi, il tunisino accusato di femminicidio e tentato omicidio dell’ultima compagna tenta il suicidio

La storia del tunisino ha dell’incredibile. L’uomo godeva di permessi di lavoro dal carcere alle Vallette, e stava scontando una pena pari a 12 anni per il femminicidio di Alessandra Mainolfi, che era la sua fidanzata. A quanto pare per Safi le donne sono tutt’altro che da rispettare e così, approfittando dei permessi di lavoro, ha cercato di uccidere anche l’ultima fidanzata, la malcapitata di turno. E’ accaduto tutto verso l’una della notte tra venerdì e sabato. A scatenare l’ira dell’uomo è stata la volontà della fidanzata di lasciarlo, avendo scoperto quello che Mohamed Safi aveva fatto in passato. Così l’ha colpita molte volte al volto utilizzando i vetri di una bottiglia, arrivando a sfigurare la donna. A salvare la vita della fidanzata è stata una sciarpa, che ha impedito all’uomo di raggiungere il collo. Il nervo facciale è stato però lesionato, ma per fortuna ricostruito presso l’Ospedale Maria Vittoria.

Secondo quanto emerso dal suo fascicolo, Safi faceva da un paio d’anni il cameriere vicino Torino. Proprio grazie al suo lavoro ha incontrato l’ultima compagna. E nel pomeriggio di ieri ha tentato il suicidio nell’ospedale in cui era ricoverato presso il reparto detenuti. Lo ha fatto cercando di impiccarsi con un cappio fatto di garze e un camice monouso. Prima di tentare di uccidersi, il 36enne tunisino avrebbe più volte chiesto una sigaretta che non gli è stata data. Ad impedire il suicidio sono stati gli agenti della Polizia penitenziaria che vigilano sul reparto e i sanitari.

Intanto nelle prossime ore il tunisino, che ora è accusato di tentato omicidio, dovrebbe comparire di fronte al Gip per la convalida del suo arresto per quanto accaduto pochi giorni fa in strada ai danni dell’ultima fidanzata.



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