Reddito di inclusione: a chi spetta e come ottenerlo. Ultime su requisiti e cause incompatibilità
Il reddito di inclusione non può essere richiesto da tutte le categorie ed è incompatibile con lo stato di disoccupazione. Requisiti molto stretti anche per quello che riguarda l'ISEE richiesta per il REI
Il reddito di inclusione detto anche REI o reddito d’inclusione è uno strumento varato dal Consiglio dei Ministri per poter aiutare le famiglie più povere. Prima di spiegare come funziona e quali sono i requisiti richiesti per richiederlo, precisiamo che questo nuovo provvedimento, attuato per contrastare la povertà, andrà a sostituire i vecchi metodi utilizzati dal Governo, come ad esempio l’Assegno di disoccupazione e il Sostegno all’Inclusione attiva. Stando alle ultime notizie di oggi 1 settembre, questo nuovo aiuto entrerà in vigore dal 1° gennaio 2018 e consisterà in un assegno mensile che cambierà in base ai requisiti della famiglia richiedente.
Il REI essere richiesto per un massimo di 18 mesi e si andrà da 190 euro a 485 euro: chi vuole riattivare il Reddito di inclusione , dovrà però aspettare almeno sei mesi prima di percepire nuovamente la cifra spettante. Questo aiuto può essere richiesto solamente se si è in possesso di alcuni requisiti di base, pena l’esclusione dalla richiesta. Nei paragrafi seguenti esporremo tutta la normativa sul Reddito di Inclusione aggiornata con le ultime notizie.
Reddito di inclusione, a chi spetta?
Per poter richiedere il Rei si devono avere delle condizioni di base, altrimenti non si potrà presentare la domanda. Ecco a chi spetta il reddito di inclusione. I requisiti Reddito di Inclusione sono molto stringenti vista anche la scarsità di risorse in campo:
- Bisogna avere un ISEE che non superi i 6.000 euro, mentre il patrimonio immobiliare (ovvero il valore esclusa la prima casa) di 20.000 euro. Inoltre il patrimonio mobiliare che non vada oltre ai 6.000 euro. In alcuni casi è possibile avere un patrimonio immobiliare di massimo 10.000 euro, ma questo dipenderà soltanto dai membri della famiglia.
- Nuclei con figli minorenni o disabili, donne in maternità e disoccupati che hanno compiuto 55 anni. Queste categorie sono attualmente privilegiate, ma il Governo sta studiando dei modi per poter arrivare a coprire altre fasce deboli. Fino ad altre comunicazioni ufficiali, queste saranno le fasce che potranno richiedere il Rei.
Potranno richiedere questo aiuto anche chi percepisce un reddito come lavoratore, proprio per poter avere un aiuto concreto sul reddito totale.
Reddito di inclusione: chi non può accedere?
Oltre alle fasce che non rientrano nel provvedimento, ci sono anche altri soggetti che possono essere esclusi dalla richiesta del Rei. Chi già percepisce un assegno di disoccupazione non può fare richiesta. Nemmeno chi negli ultimi due anni prima della richiesta del contributo ha immatricolato auto, moto o imbarcazioni. La dichiarazione dell’ISEE dovrà essere precompilata, dunque bisognerà fare attenzione anche alla presentazione del documento, pena l’esclusione.
Reddito di inclusione, come ottenerlo?
Per poter fare richiesta del Reddito di inclusione bisogna rivolgersi agli sportelli comunali appositi che verranno allestiti per l’occasione. In questo modo chiunque potrà avere un punto di riferimento per qualsiasi problema. Stando alle parole del Governo, le procedure saranno molto veloci e per incassare la prima mensilità basteranno soltanto trenta giorni di attesa. Dieci giorni di tempo per presentare le richieste all’INPS, circa cinque giorni di tempo per accettare o meno la domanda. Al termine del sussidio, che durerà 18 mesi, sarà possibile fare una nuova richiesta: si dovranno attendere però attendere almeno sei mesi.
L’importo del Reddito di Inclusione verrà erogato tramite una carta di pagamento elettronica, una carta ricaricabile in cui si riceverà l’assegno spettante. Il Reddito di Inclusione rientra in un piano del Governo in cui si cerca di reintegrare i cittadini in un piano di recupero lavorativo. In questo modo chi ha perso il lavoro oppure ha dovuto abbandonare il proprio incarico, può ricominciare grazie ad un reinserimento. Questo provvedimento è stato pensato non solo per poter ridurre la povertà, ma anche per cercare di dare un’ alternativa che non si limita soltanto ad una cifra mensile, ma che possa venire incontro a tutte le esigenze.