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Emily, la bimba guarita dalla leucemia grazie alle cellule riprogrammate

Emily è una bimba che è guarita dalla leucemia grazie ad una sperimentazione nuova: ecco in cosa consiste.


Oggi vi raccontiamo la storia di Emily, la prima bambina della storia a guarire da una grave forma di leucemia grazie alle cellule riprogrammate: a Emily è stato praticamente possibile rieducare il sistema immunitario e sconfiggere la malattia. Sembra una favola, invece è una realtà, una notizia bellissima che arriva al ridosso nel Natale. Sono passati sette mesi da quando la bimba ha iniziato il trattamento, a opera dei ricercatori del Children’s Hospital di Philadelphia, e adesso non c’è più nessuna traccia di quel male brutto, con il quale la bimba ha dovuto convivere per un periodo della sua vita. I ricercatori hanno già fatto sapere che se la situazione tornerà alla normalità, e quindi se la sperimentazione avrà successo, la terapia applicata alla bimba potrebbe sostituire il trapianto di midollo, spesso l’ultima speranza per i pazienti malati di leucemia. La terapia che è stata somministrata alla picola, fino allo scorso aprile era stato provato solo su pochi adulti. Consiste, in parole povere, nel prelevare qualche milione di cellule T (si tratta di un gruppo di cellule del sistema immunitario) e “insegnare” a queste cellule a riconoscere le cellule B, attraverso il virus Hiv disattivato. Anche le cellule B sono cellule che fanno parte delle difese dell’organismo, ma nel momento in cui il paziente contrae la leucemia, queste impazziscono e diventano maligne.

Dunque i linfociti T, dopo essere stati “corretti” (da qui il nome di cellule riprogrammate), vengono inseriti nuovamente nel sangue, e a quel punto dovrebbero eliminare il cancro. Stephan Grupp, uno dei ricercatori, ha diffuso questa nota, sul sito dell’ospedale: «Tre settimane dopo il trattamento Emily era in remissione  abbiamo controllato il suo midollo osseo dopo tre e sei mesi, e ancora non c’era nessun segno della malattia. Le cellule che combattono il cancro sono ancora nel suo organismo».

Emily faceva parte di quel 15% di malati che non risponde alla chemioterapia tradizionale: la leucemia sembrava essere la sua condanna. Ma adesso, grazie alle cellule riprogrammate, Emily e la sua famiglia hanno una nuova speranza, quella di aver sconfitto, una volta per tutte, quella malattia da un nome impronunciabile.

 

 



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