Economia

Riforma Pensioni ultime notizie: l’Ape non conviene ai lavoratori

Riforma Pensioni ultime notizie: l'Ape non conviene ai lavoratori. Gli aggiornamenti del 6 agosto 2016

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Sono moltissimi i lavoratori che aspettano di conoscere le decisioni del Governo in materia di pensioni: cosa porterà di nuovo la riforma pensioni? Ogni giorno arrivano ultime notizie su possibili manovre, ma quali sono le novità?  A settembre sono previsti tre incontri, nelle giornate del 6,7 e 12 a carattere tecnico e politico. Sicuramente in quei giorni il Governo metterà sul tavolo tutte le opzioni per la riforma delle pensioni. In questi giorni l’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha pubblicato un focus dedicato al tema della flessibilità pensionistica. Quindi ancora pensioni al centro dell’attenzione. Vediamo le ultime news sul tema pensioni con gli aggiornamenti al 6 agosto 2016. 

Secondo l’Upb, l’anticipo pensionistico ideato da Governo nasce dall’esigenza di contenere le spese a carico dello Stato. Infatti l’Ape consiste nella possibilità per un lavoratore di andare in pensioni con tre anni di anticipo rispetto alla data prevista dalla Legge Fornero grazie ad un prestito finanziato dalle banche. Il potenziale pensionato al raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi dovrà restituire alla banca il prestito tramite delle rate di ammortamento ventennali. Insomma l’anticipo pensionistico sarebbe la scelta più conveniente dal punto di vista della spesa pubblica ma parallelamente sarebbe quella meno conveniente per il lavoratore. Nel focus viene precisato che le discussioni degli ultimi mesi del 2015 e dei primi del 2016 si sono concentrate su due differenti proposte di flessibilità, una di Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera e l’altra di Tito Boeri, Presidente dell’INPS. Innanzitutto le due proposte coinvolgono delle platee molto diverse. Quella di Damiamo si rivolge ad una platea abbastanza ampio mentre quella di Boeri è molto più selettiva. Secondo le stime dell’Upb con una flessibilità alla “Damiano” la spesa pubblica per il 2017 sarebbe di 3 miliardi di euro e nel 2024 crescerebbe fino a 8 miliardi di euro. La proposta del numero 1 dell’INPS invece richiederebbe una spesa di 650 milioni per il prossimo anno e di 2.8 miliardi nel 2024. Ovviamente le cifre aumenterebbero se a beneficiare degli interventi sulla flessibilità fossero anche i dipendenti del pubblico impiego. L’Ape del Governo dunque è l’opzione che peserebbe meno sulle casse dello Stato.



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