Economia

Abolizione superticket sanitario saltata: rimane la spesa aggiuntiva sulle ricette mediche

Il superticket sanitario non è stato abolito. Questa misura, richiesta dal ministro della salute Giulia Grillo, non è presente nella manovra finanziaria

superticket sanitario


La manovra finanziaria ha preso forma e al suo interno non è prevista l’abolizione del superticket sanitario. A richiedere questa misura era stata Giulia Grillo, ministro della salute. Per far sì che questo cosso venisse annullato, aveva avviato un dialogo con il ministero dell’Economia. A quanto pare però la Legge di Bilancio 2019 non prevede l’abolizione del superticket sanitario. Il costo di questa misura sarebbe stato di circa 350 milioni di euro. Ma di cosa stiamo parlando? Scopriamo qualcosa di più su questa spesa che incide sugli italiani.

IL SUPERTICKET SANITARIO NON SARA’ ABOLITO, ECCO COS’E’

Nella manovra finanziaria l’abolizione del superticket sanitario non ha trovato spazio. Forse il costo, di circa 350 milioni di euro, è risultato eccessivo all’interno della Legge di Bilancio 2019, dove sono già presenti diverse misure che richiedono un’enorme spesa (come il reddito di cittadinanza). Ma di cosa parliamo quando citiamo il superticket sanitario?

Il superticket sanitario è un costo che va a sommarsi ad ogni ricetta medica riguardante prestazioni di diagnostica e specialistica. La spesa può raggiungere i dieci euro. E’ a discrezione di ogni regione decidere se applicare o meno questa maggiorazione. Quest’ultima è stata inserita nel 2011. Alcune regioni hanno deciso di non applicare questo costo, chi invece ha scelto di inserirlo in base al servizio offerto o sulla base del reddito dei cittadini. In alcuni casi viene applicato in egual misura a tutti i pazienti. Le regioni in cui il superticket sanitarionon viene pagato sono Valle D’Aosta, Sardegna, Basilicata e Lazio.

Circa un mese fa il ministro della salute aveva dichiarato che si stesse lavorando sull’abolizione dei superticket sanitari e l’intenzione era anche quella di “rimodulare i ticket, aiutando innanzitutto le fasce più deboli, come gli anziani“. A quanto pare questi buoni propositi non hanno avuto esito positivo.

La manovra finanziaria non prevede grandi cambiamenti riguardanti la sanità. Infatti sono stati stanziati solo 284 milioni di euro per i contratti di settore, che non sono attualmente sufficienti. Lo stanziamento di un miliardo di euro per il fondo sanitario era invece una misura già prevista dal precedente governo. Altra sconfitta riguarda i nuovi Lea – Livelli essenziali di assistenza. Anche questi non figurano, come l’abolizione dei superticket, all’interno della manovra. Il costo necessario era di 800 milioni di euro.

Il ministero della salute ha però ottenuto 50 milioni di euro l’anno, per il triennio 2019-2021, al fine di finanziare progetti regionali finalizzati alla riduzione dei tempi e liste d’attesa per gli esami e le visite.



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