Economia

Pensioni ultime notizie, i sindacati vogliono l’uscita anticipata dai 62 anni in su

Per le pensioni, i sindacati chiedono l'uscita flessibile dai 62 anni in su con 20 anni di contributi

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Pensioni ultime notizie: i sindacati chiedono l’uscita anticipata dai 62 anni in su, per dare la scelta ai pensionati. Questa è la risposta dei sindacati alle ipotesi di modifica della quota 100 con l’innalzamento dei requisiti anagrafici, come nel caso della quota 102. Inoltre l’idea in questione porterebbe a una penalizzazione in termini economici con il solo calcolo contributivo anche per chi ricade ancora nel più vantaggioso sistema misto. Scopriamo nel dettaglio cosa chiedono i sindacati e in che modo andrebbe pensata una riforma delle pensioni equa.

Pensioni ultime notizie: ecco cosa chiedono i sindacati

Per il 2020 non c’è stata una vera riforma delle pensioni e ora i sindacati sono in prima linea, anche perché interpellati proprio dal Governo. Repubblica riporta le parole del segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli. Quest’ultimo propone di tornare allo “spirito della riforma Dini“. Quest’ultima prevedeva uscite flessibili dal mondo del lavoro nell’età compresa tra i 57 e i 65 anni. Questo valeva però solamente per chi lavora dal 1996 in poi, e dunque rientra solamente nel sistema contributivo puro. Invece la Cgil chiede che si pensi a un sistema flessibile di uscita, dai 62 anni in su con 20 anni di contributi versati, applicando tale idea anche ai misti. In alternativa una buona soluzione potrebbe essere quota 41 per tutti, che manderebbe in pensione le persone a prescindere dall’età con 41 anni di contributi versati. Per far sì che tali proposte ottengano l’attenzione che meritano, Ghiselli ha annunciato che potrebbe esserci una mobilitazione permanente.

Cosa succede dopo quota 100: quale riforma ci sarà per ammorbidire lo scalone?

Il problema principale attualmente è però trovare una soluzione per il dopo quota 100. Nell’ambito delle pensioni, tale misura ha una durata triennale e la sua fine è prevista per il 31 dicembre 2021. A seguito di questa data, se non si prenderanno delle decisioni opportune, si rischia di tornare alla rigidità della Legge Fornero. Inoltre c’è il problema dello scalone di cinque anni a cui andrebbero incontro i lavoratori che raggiungerebbero i requisiti per la quota 100 solo dopo il 2021. Sarebbero dunque costretti ad aspettare fino ai 67 anni di età per lasciare il lavoro.

Insomma, bisogna pensare a un sistema flessibile per i lavoratori ma anche sostenibile per lo Stato. Sicuramente il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali ha dimostrato la volontà di voler superare, una volta per tutte, la Legge Fornero. Il lavoro da fare è tanto e bisognerà trovare delle soluzioni che accontentino tutti senza penalizzare alcune categorie di lavoratori.

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