Economia

Cashback a rischio? Potrebbe esser cancellato a luglio 2021

Si va verso la cancellazione del cashback di stato: le ultime notizie

Neppure il tempo di fare le prime operazioni previste nel semestre che va da gennaio a luglio che già il cashback rischierebbe di chiudere. Il nuovo governo infatti non avrebbe intenzione di andare avanti con questa misura. Ed è per questo che il cashback rischierebbe di non essere riconfermato anche per il secondo semestre del 2021. Del resto era anche prevedibile, visto che il Governo Conte non ha studiato delle misure che permettevano di avere pratiche fraudolente ( ne sanno qualcosa i benzinai che hanno visto clienti fare anche 50 operazioni per pagare un pieno). Ed è per questo che il nuovo Governo avrebbe intenzione di cambiare rotta. Chiudere il programma Cashback a luglio, dopo il primo semestre di attività. È la proposta del sottosegretario al ministero dell’Economia Claudio Durigon. L’iniziativa voluta dal Governo Conte tra l’altro, non avrebbe raggiunto quello che era uno degli obiettivi: provare a combattere l’evasione fiscale. Dall’inizio del programma a oggi, secondo il sito ufficiale dell’app IO, hanno aderito al Cashback oltre 8 milioni di cittadini, con più di 318 milioni di transazioni elaborate.

Non solo, per Durigon, i soldi destinati a questo bonus, potrebbero essere investiti in altro modo.

La mia proposta è di terminare la misura a luglio. Potremmo risparmiare 2,5-3 miliardi di euro che potremmo lasciare al Parlamento per rafforzare le risposte alle categorie in crisi nel Decreto Sostegni, ha detto Durigon a Il Messaggero.

Il Cashback infatti funziona su fondi già stanziati che vengono poi usati per i rimborsi maturati dagli utenti.

Che fine farà il cashback di stato?

Già nelle scorse settimane si era parlato di un ipotetico stop al programma Cashback, avviato dal governo Conte bis per incentivare i pagamenti elettronici. Probabilmente quindi chi farà le operazioni corrette, senza truffe, si vedrà arrivare il rimborso in estate, per i primi sei mesi ma successivamente, questa misura potrebbe non essere confermata e quindi non ci sarà più il 10% di rimborso sugli acquisti effettuati con la carta di Credito o con il Bancomat ( o con le app che si usano in questi casi).

Come detto in precedenza, tra le motivazioni che hanno portato a questa decisione, che al momento però non è ancora ufficiale, c’è quella di trovare una soluzione al problema dei cosiddetti “furbetti del rimborso”, che con micro-pagamenti cercano di rientrare nei primi 100mila per vincere il Super Cashback. Il cashback di stato può anche essere una buona idea ma deve essere regolamentato nel giusto modo, anche per tutelare i commercianti e tutte le persone che non commettono operazioni fraudolente ma che rispettano le regole.

Se il cashback quindi non fosse riconfermato, si dovrebbe provvedere solo al rimborso del 10% per chi da gennaio a 30 giugno ha fatto il giusto numero di transazioni arrivando alla cifra imposta per ottenere il bonus ( per il cashback vanno fatte 50 operazioni per 1500 euro di spesa).

Si dovrebbe poi provvedere anche al rimborso del supercashback. Ogni 6 mesi i primi 100mila cittadini a fare più transazioni ottengono il Super Cashback di 1.500 euro.

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