Economia

Riforma Pensioni ultime news: le opzioni più accreditate per sostituire Quota 100

Le ultime news sulla Riforma Pensioni individuano tante possibilità per sostituire Quota 100 che sarà cancellata a fine del 2021

Riforma Pensioni ultime news: le opzioni più accreditate per sostituire Quota 100

Le ultime news sulla Riforma Pensioni 2021 parlano di tante ipotesi sul tavolo del Governo, da vagliare con molta attenzione. Con l’addio a Quota 100, che dal 31 dicembre 2021 verrà cancellata, serve infatti più che mai una Riforma che possa in qualche modo andare a attutire lo “scalone” che si prospetta tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.

Come dicevamo, di ipotesi se ne stanno facendo tante. Quota 41, Quota 102, la doppia quota (contributiva e retributiva) annunciata dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Bisognerà però capire quale, tra le ipotesi finora annunciate, potrà davvero andare a sostituire Quota 100. Cerchiamo allora di fare il punto sulla situazione in attesa che il Governo, adesso impegnato in prima linea nella gestione della pandemia, possa tornare ad occuparsi anche del capitolo pensioni anticipate che sta a cuore a moltissime persone.

Riforma Pensioni ultime news: doppia quota proposta dal presidente Inps

Tra le tante ipotesi, ecco quella della doppia quota proposta dal presidente Inps, Tridico. Una quota contributiva che consentirebbe di andare in pensione a 62-63 anni e una parte retributiva che sarebbe di fatto “aggiunta” al raggiungimento dei 67 anni di età. Una proposta che andrebbe a tutelare determinate categorie di lavoratori: quelli precoci, quelli alle prese con lavori usuranti e le mamme lavoratrici. A queste categorie si aggiungerebbero anche gli immunodepressi oncologici: a 62-63 anni, come dichiarato da Tridico, si potrebbe prevedere uno scivolo aggiuntivo rispetto all’Ape sociale.

Riforma Pensioni ultime news: le opzioni più accreditate per sostituire Quota 100

Opzione Donna è un’altra delle ipotesi sul banco del Governo per andare in pensione anticipata. Si tratta delle concreta possibilità di andare in pensione a 58 anni (59 in caso di donne lavoratrici autonome) con 35 anni di contributi, ma con il calcolo interamente contributivo dell’assegno. Un’opzione, questa, che è stata confermata dal Governo per i prossimi tre anni.

Nel calderone delle ipotesi ecco anche Quota 102 che consentirebbe di raggiungere la pensione a 63-64 anni d’età con 39-38 anni di contribuiti versati. L’unico aspetto che non convince troppo di questa soluzione è legato alla penalizzazione sull’assegno che andrebbe a crescere per ogni anno d’anticipo rispetto alla soglia di 67 anni.

Un’altra ipotesi è l’Ape Sociale che è stata prorogata per tutto il 2021. Consente di andare in pensione ad alcune categorie di lavoratori in difficoltà (persone che hanno fatto lavori usuranti, caregives, invalidi), a partire dai 63 anni e rispettando alcune precise regole.

I sindacati invece propongono Quota 41 che consentirebbe di raggiungere la pensione a uomini e donne senza differenze. Il requisito è quello di aver 41 anni di contributi versati.

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