Economia

Pensione anticipata ultime notizie: requisiti validi per il 2022

La pensione anticipata consente di smettere prima di lavorare a condizioni ben precise. Ecco i requisiti necessari per il 2022

Pensione anticipata, requisiti validi per il 2022

Il tema delle pensioni anticipate è quanto mai attuale perché il Governo dovrà, nei prossimi mesi, trovare una soluzione valida per sostituire Quota 100 (che sarà cancellata con la fine di dicembre 2021). I Sindacati spingono per trovare un’alternativa che non significhi una eccessiva penalizzazione sull’assegno pensionistico dei lavoratori ma per il momento di soluzioni non se ne sono trovate anche se il Governo Draghi, attraverso i suoi Ministri, ha già affermato più volte di voler trovare una soluzione efficace e definitiva entro l’estate.

In tutto questa incertezza, la pensione anticipata resta uno dei temi caldi di discussione. In attesa che Sindacati e Governo trovino un punto di incontro, però, ricordiamo che attualmente tra le scorciatoie sfruttabili per andare in pensione c’è appunto la pensione anticipata per la quale servono determinati requisiti. Scopriamo quali sono.

Pensione anticipata, i requisiti per il 2022

La pensione anticipata attualmente in vigore è quella che consente di smettere di lavorare prima rispetto all’età prevista. Prima della Legge Fornero si chiamava pensione di vecchiaia, oggi si chiama pensione anticipata ma il risultato non cambia. I requisiti sono specifici e solo chi ne è in possesso potrà sfruttare questa opzione.

Ecco elencate le caratteristiche che bisogna assolutamente avere per andare in pensione anticipata nel 2022:

  • 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la generalità dei lavoratori
  • 66 anni e 7 mesi di età per gli addetti alle mansioni gravose
  • 5 anni di contributi a patto di aver compiuto i 71 anni di età per chi rientra interamente nel regime contributivo

Attualmente, dunque, la pensione anticipata consente ai lavoratori di smettere di lavorare se raggiunta una certa soglia di contribuiti versati. Non conta dunque l’età anagrafica ma – lo ribadiamo – gli anni di contributi che nello specifico sono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. C’è poi un’ulteriore possibilità fornita ai lavoratori che prima del 31 dicembre 1995 erano senza contributi versati. Per loro, la possibilità della pensione con 64 anni di età e 20 anni di contributi versati.

Insomma la pensione anticipata intesa come possibilità di smettere anzi tempo di lavorare c’è. Quello che vogliono i Sindacati però è una soluzione che siano meno impattante possibile per i lavoratori. CGIL, CISL e UIL propongono Quota 41. Si potrebbe quindi andare in pensione con 41 anni di contribuiti versati, indipendentemente dall’età anagrafica, per uomini e donne. Ma per adesso il Governo tergiversa, forse non trovando questa proposta molto allettante per le sue casse.

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